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Veterinary Focus

Numero 30.2 altro: scientifici

Antimicrobici: da benedizione a maledizione

Pubblicato il 19/11/2020

Scritto da Nancy De Briyne

Disponibile anche in Français , Deutsch , Español , English e ภาษาไทย

Nancy De Briyne descrive come la professione Medico Veterinaria possa sviluppare politiche responsabili per l'uso dei farmaci, così da migliorare la salute e il benessere delle persone e degli animali in tutto il mondo.

Antimicrobici: da benedizione a maledizione

Punti Chiave

I tassi di AMR variano fortemente tra paesi, classi di antibiotici e batteri, ma raggiungono livelli che destano preoccupazione quasi ovunque.


Cani e gatti vivono oggi a molto più stretto contatto con i loro proprietari, e di conseguenza i batteri zoonotici possono passare alla popolazione umana.


L'uso a tappeto degli antibiotici negli ultimi decenni ha determinato la comparsa di livelli drammatici di infezioni antibiotico resistenti (AMR), che si prevede avranno un impatto importante per la sanità pubblica.


L'uso responsabile degli antibiotici e una diminuzione generale nel loro uso potrà portare al declino delle AMR.


 Introduzione

Da quando gli antibiotici sono stati introdotti per la prima volta, sono stati ampiamente utilizzati in tutto il mondo, portando un enorme contributo al miglioramento della salute umana e animale, così come del benessere animale. Purtroppo, il prezzo da pagare per questi miglioramenti è stata la comparsa delle infezioni antibiotico resistenti (AMR): gli scenari peggiori stimano che le AMR potrebbero causare 10 milioni di decessi all'anno nella popolazione entro il 2050 1. Questo articolo offre una breve panoramica della resistenza agli antibiotici e delle misure da adottare. Il termine antimicrobici comprende antibiotici, antifungini, antivirali e antiprotozoari, ma i problemi di resistenza (e questo articolo) si riferiscono principalmente agli antibiotici.

La resistenza agli antibiotici ha messo in discussione ogni aspetto del loro uso, soprattutto in animali da reddito. Le classi di antibiotici utilizzate per il trattamento degli animali sono più o meno le stesse utilizzate in medicina umana: in molti paesi questo ha determinato analisi approfondite sulle modalità d'uso degli antibiotici negli animali, in particolare nel settore zootecnico. Alcuni sono arrivati ad imputare all'uso degli antibiotici negli animali da reddito la totalità delle AMR nell'uomo.

Come hanno risposto i singoli paesi alla minaccia AMR?

Per combattere la resistenza agli antibiotici, molti paesi hanno iniziato a monitorare le resistenze 2 e le quantità di farmaci venduti per l'uso in animali da reddito e nell'uomo; in particolare, l'European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (ESVAC) e l'European Surveillance of Antimicrobial Consumption Network (ESAC) 3. Analoghi sistemi di monitoraggio, anche se spesso meno dettagliati, sono stati sviluppati o sono in fase di sviluppo in altre parti del mondo (Nord America, Oceania e Asia).
I batteri zoonotici possono essere trasmessi tra gli animali e l'uomo, e possono mostrare livelli di resistenza alquanto preoccupanti; gli individui vulnerabili, come ad esempio i bambini molto piccoli, possono essere particolarmente a rischio.
Figura 1. I batteri zoonotici possono essere trasmessi tra gli animali e l'uomo, e possono mostrare livelli di resistenza alquanto preoccupanti; gli individui vulnerabili, come ad esempio i bambini molto piccoli, possono essere particolarmente a rischio. © Shutterstock

I tassi di resistenza variano fortemente tra paesi, classi di antibiotici, e batteri, ma raggiungono livelli preoccupanti quasi ovunque. Batteri comuni, come ad esempio E. Coli, Klebsiella, Pseudomonas e Staphylococcus 4 mostrano spesso tassi di resistenza elevati contro uno o più classi di antibiotici, rendendone estremamente impegnativo il trattamento, soprattutto per i più vulnerabili (bambini piccoli, anziani o soggetti immunocompromessi). Inoltre, batteri come Campylobacter e Salmonella spp., che possono causare malattie zoonotiche, mostrano livelli di resistenza preoccupanti (Figura 1). In pratica, un elevato numero di infezioni comuni sta diventando difficile da curare o, talvolta, addirittura impossibile. Purtroppo, per ora, i dati sulla resistenza in medicina veterinaria non sono monitorati di routine.

La quantità di antibiotici venduti per l'uso in animali da reddito viene studiata in modo approfondito nell'Unione Europea da oltre un decennio 5. È stato incoraggiato un uso prudente e responsabile di tali farmaci, con particolare attenzione alla prevenzione delle patologie, ed è stato fatto uno sforzo per aumentare la consapevolezza fra tutti gli attori su questo importante argomento. In questo modo, l'uso degli antibiotici negli animali da reddito in Europa è diminuito complessivamente del 32% negli ultimi 6 anni, con alcuni paesi che si sono spinti oltre, con una riduzione di oltre il 50% 5. Negli Stati Uniti, l'uso degli antibiotici negli animali è diminuito del 28% dal 2009 6. L'aspetto positivo è che tutto questo è stato possibile senza effetti negativi sulla salute, il benessere e la produttività degli animali.

Alcuni Paesi sono andati oltre il semplice monitoraggio dei dati di "vendita", iniziando a registrare i dati di uso degli antibiotici, e persino introducendo un confronto delle quantità di antibiotici impiegate per azienda e per Medico Veterinario. Nel 2019, è stata adottata una nuova legislazione europea sul farmaco veterinario 6 che ha reso di fatto obbligatorio il monitoraggio dell'uso in generale degli antibiotici negli animali, compresi gli animali da compagnia, a partire dal 2029 7 8. Nella maggior parte dei casi, queste informazioni saranno acquisite raccogliendo i dati sulle prescrizioni dei Medici Veterinari. Tuttavia, mentre è stata prestata molta attenzione all'uso degli antibiotici e alle resistenze negli animali da reddito, molta meno attenzione è stata riservata agli animali da compagnia. Perché?

Resistenza agli antibiotici ed animali da compagnia: un tema?

 I pazienti ricoverati possono essere a rischio di contrarre infezioni batteriche resistenti tramite il contatto con animali; tuttavia, è anche possibile il contrario!
Figura 2. I pazienti ricoverati possono essere a rischio di contrarre infezioni batteriche resistenti tramite il contatto con animali; tuttavia, è anche possibile il contrario! © Shutterstock

In quanto animali da compagnia, cani e gatti si differenziano per molti aspetti dagli animali da reddito. Sono meno sistematicamente trattati con antibiotici rispetto agli animali da reddito, difficilmente vivono insieme in grandi gruppi (a differenza dei suini o del pollame), sono quindi meno esposti alle malattie di gruppo, e vengono trattati su base individuale e generalmente per brevi periodi. Di conseguenza la maggior parte degli antibiotici prescritti nel settore veterinario sono per animali da reddito. 5. D'altra parte, però, il numero di animali da compagnia è in constante aumento, e sempre più persone li considerano parte della famiglia. Cani e gatti vivono oggi più strettamente a contatto con i loro proprietari, spesso dormendo nello stesso letto, e di conseguenza i batteri zoonotici potrebbero più facilmente diffondersi 9; per esempio, i cani possono trasmettere infezioni da Campylobacter 10 o da Staphylococcus 11. Pertanto, il rischio che patogeni umani acquisiscano "geni di resistenza" da batteri resistenti presenti negli animali da compagnia, o che vi sia trasmissione di microrganismi resistenti tra uomo e animali da compagnia, è più elevato rispetto agli animali da reddito. Gli animali da compagnia possono presentare ceppi di MRSA (Staphylococcus aureus meticillino-resistente) che sembrano provenire da, ed effettuare scambi con, un serbatoio umano 12; è stato osservato che ospitano anche altre specie resistenti di Staphylococcus 13. Lo scambio può avvenire in due modi: da animale a proprietari o viceversa. Proprietari che lavorano in una struttura sanitaria, o che hanno subito un ricovero, possono tramettere batteri ai loro animali (Figura 2).

Negli ultimi anni, i proprietari hanno anche dedicato impegno crescente per garantire il benessere dei loro amici a quattro zampe. Si frequenta maggiormente il Medico Veterinario, non solo quando gli animali non stanno bene, ma anche per trattamenti preventivi; è però maggiormente probabile che ricevano un trattamento antibiotico. Inoltre, rispetto ad altre specie, è più facile che agli animali da compagnia vengano prescritti antibiotici di classi considerate importanti o salvavita per la popolazione 14.

Per tutti questi motivi, è essenziale comprendere gli animali da compagnia quando si parla di resistenza agli antibiotici.

Uso degli antibiotici e AMR negli animali da compagnia: fotografia della situazione

Purtroppo, per quanto riguarda l'uso degli antibiotici e le resistenze negli animali da compagnia, i dati sono limitati. Mentre i tassi di resistenza per i batteri, umani e causa di zoonosi, sono ufficialmente monitorati in una varietà di paesi e regioni del mondo, questo non vale per gli animali. Lo stesso accade per la sorveglianza sugli antibiotici negli animali da compagnia, dato che attualmente solo pochissimi paesi ne registrano sistematicamente l’uso nel cane e nel gatto. Di conseguenza, è difficile ottenere una panoramica globale affidabile dell'uso e della resistenza agli antibiotici negli animali da compagnia.
Nancy De Briyne

Prescrivere il farmaco giusto per ogni microbo! Gli antibiotici vanno prescritti solo dopo aver comprovato la presenza di un'infezione batterica o sulla base di un forte sospetto clinico. Occorre eseguire l'antibiogramma ogni volta che è necessario, e comunque dopo un insuccesso terapeutico.

Nancy De Briyne

I pochi studi che hanno esaminato i tassi di resistenza di batteri isolati da animali da compagnia, presentano risultati diversi. La maggior parte di queste pubblicazioni si basa su analisi di laboratori ad uso diagnostico, ma va riconosciuto che le segnalazioni di resistenza provenienti da questi laboratori rappresentano per lo più gli scenari "peggiori", poiché sono spesso associate a insuccessi terapeutici. I casi riusciti tendono a non raggiungere il laboratorio 9. Alcuni studi mostrano una tendenza in crescita per le resistenze, mentre altri riferiscono un aumento in particolari classi di antibiotici, forse perché alcuni iniziano ad essere utilizzati più di altri 15. Ad esempio, uno studio del 2014 che ha esaminato 14.555 isolati di Staphylococcus intermedius da cani e gatti con sintomatologia clinica del Regno Unito, ha identificato una resistenza crescente ad antibiotici importanti e confermato la comparsa di Staphylococcus pseudintermedius meticillino-resistente (SPMR) in alcuni casi clinici 16. Uno studio condotto a Singapore ha analizzato campioni diagnostici prelevati in una clinica per piccoli animali tra il 2014 e il 2016; sono state isolate 359 specie batteriche, di cui 186 zoonotiche 17; tra i 359 batteri, il 45% delle specie era multiresistente, mentre il 18% era resistente alle beta-lattamasi ad ampio spettro. Un altro studio, condotto in Belgio, Italia e Paesi Bassi, ha raccolto 303 campioni e determinato i profili di resistenza di 282 isolati di Escherichia coli, riscontrando batteri resistenti ad almeno un antibiotico nel 27% degli isolati 18.

Esaminando la natura delle prescrizioni, uno studio europeo ha dimostrato che le più comuni nel cane sono rappresentate da patologie cutanee (ferite, dermatite, piodermite), otiti, infezioni urogenitali, problemi respiratori, patologie gastrointestinali e dentali 19. Per i gatti, malattie cutanee (ferite, ascessi, dermatite), disturbi respiratori, disturbi delle vie urinarie e problemi parodontali. La situazione è sovrapponibile in altri paesi, ma è importante notare che, secondo gli studi, l'uso degli antibiotici potrebbe essere minore. Ad esempio, gli antibiotici possono non essere necessari per molti gatti con patologie delle basse vie urinarie.

I dati relativi all'uso degli antibiotici mostrano inoltre grandi variazioni tra i paesi. La Danimarca, che è uno dei Paesi che registra ufficialmente l'uso degli antibiotici negli animali, ha visto un calo delle prescrizioni negli animali da compagnia di circa il 10% dal 2012 20. Uno studio nei Paesi Bassi ha sottolineato che l'uso degli antibiotici negli animali da compagnia è diminuito significativamente dal 2012 al 2014 21, anche se sono state osservate grandi differenze nell'uso tra cliniche veterinarie, che vanno da una diminuzione di 64 volte nel 2012, a 20 volte nel 2014. Lo studio internazionale condotto in Belgio, Italia e Paesi Bassi sopra citato 18, ha rilevato che, in media, cani e gatti ricevevano antibiotici per un periodo di 1,8 e 3,3 giorni, rispettivamente, nel corso di un anno. Questo studio non ha evidenziato una correlazione tra l'uso di antibiotici e antibiotico resistenza; quindi, ha concluso che l'aspetto più importante è la qualità di tale uso, non la quantità. A partire dal 2030, saranno disponibili ulteriori dati perché, come detto in precedenza, dal gennaio 2029 tutti i paesi dell'UE saranno tenuti a monitorare l'uso degli antibiotici nel cane e nel gatto 7.

Cosa fare per combattere l'AMR nel cane e nel gatto?

Medici Veterinari e proprietari sono attori fondamentali nella lotta alle AMR. In alcuni paesi con forte diminuzione nell'uso degli antibiotici, è stato osservato anche un calo della resistenza; ad es. in Germania è stato registrato un calo nei livelli di MRSA negli animali da reddito 22, e questo significa che il fenomeno può essere invertito.

Alcuni principi generali utili sono:

  • Prescrivere il farmaco giusto per il batterio giusto. Gli antibiotici vanno prescritti solo dopo aver diagnosticato un'infezione batterica, o con un sospetto clinico importante. L'antibiogramma va eseguito sempre, in particolar modo dopo un insuccesso terapeutico (Figura 3).
  • Collaborare con i proprietari per minimizzare l’uso di antibiotici. Le misure sanitarie preventive sono essenziali per tutti gli animali, compresi gli animali da compagnia. Attraverso vaccinazioni appropriate, pratiche igieniche adeguate, una valida alimentazione, e un ambiente di vita sano, si possono prevenire molte infezioni e così la necessità di trattamenti antibiotici. Non tutte le patologie si sviluppano su base batterica: uno studio ha dimostrato che Medici Veterinari e proprietari presentano percezioni diverse sull'origine della inadeguata prescrizione degli antibiotici, come se questa potesse essere a volte causata da pressioni ricevute. I Medici Veterinari riportano come i proprietari di animali spingano per l'uso di antibiotici anche dove non indicato, mentre i proprietari hanno riferito di ritenere che fosse stato il professionista ad esagerare nella prescrizione (Figura 4) 23.
  • Utilizzare antibiotici salvavita solo come ultima risorsa. Questi dovrebbero essere prescritti sempre e solo dopo un antibiogramma, e comunque usati con grande cautela (fluorochinoloni, cefalosporine di 3a e 4a generazione, colistina).
  • Evitare l'uso off-label. Per quanto possibile, utilizzare farmaci autorizzati specificamente per quella determinata specie e patologia (ad es. infezioni uterine del cane) e seguire pedissequamente le istruzioni riportate sul foglietto illustrativo per quanto riguarda dosaggio e durata del trattamento. Evitare a tutti i costi l'uso di farmaci umani, spesso non autorizzati per gli animali da compagnia, come ad es. carbapenemi, ossazolidinoni e glicopeptidi, poiché sono antibiotici di vitale importanza, da utilizzare solo per la sanità pubblica.
  • Seguire le linee guida sull'uso degli antibiotici. Gli studi dimostrano che le linee guida nazionali per l'uso degli antibiotici hanno un impatto positivo sulle prescrizioni; i paesi che utilizzano linee guida hanno segnalato un uso responsabile e più prudente degli antibiotici 24. Le politiche di prescrizione raccomandate sono particolarmente utili per i problemi più comuni, come infezioni cutanee, urinarie od otologiche.
  • Segnalare gli eventi avversi all'autorità competente. La segnalazione di tali eventi consente alle autorità e ai produttori di monitorare la sicurezza e l'efficacia dei loro prodotti e, se necessario, adottare misure correttive appropriate. In quanto tali, i Medici Veterinari, i proprietari e gli animali stessi, traggono vantaggio dalla segnalazione degli eventi avversi e dalle successive azioni intraprese (ad es. modifiche dell'etichettatura). Attenzione: gli eventi avversi includono l'inefficacia terapeutica.

Gli antibiotici devono essere prescritti solo se è stata dimostrata la presenza di un'infezione batterica, o se il Medico Veterinario ha seri motivi clinici per sospettarla. L’antibiogramma va sempre eseguito, soprattutto in caso di insuccesso terapeutico.
Figura 3. Gli antibiotici devono essere prescritti solo se è stata dimostrata la presenza di un'infezione batterica, o se il Medico Veterinario ha seri motivi clinici per sospettarla. L’antibiogramma va sempre eseguito, soprattutto in caso di insuccesso terapeutico. © Shutterstock
Medici Veterinari e proprietari hanno talvolta percezioni diverse su chi stia insistendo per prescrivere antibiotici; una buona comunicazione contribuirà a garantire una prescrizione appropriata.
Figura 4. Medici Veterinari e proprietari hanno talvolta percezioni diverse su chi stia insistendo per prescrivere antibiotici; una buona comunicazione contribuirà a garantire una prescrizione appropriata. © Shutterstock

Esistono linee guida per un "uso ottimale degli antibiotici" negli animali da compagnia?

Sono disponibili varie risorse per assistere il Medico Veterinario nell'uso responsabile degli antibiotici, compreso il materiale di FECAVA e FVE.
Figura 5. Sono disponibili varie risorse per assistere il Medico Veterinario nell'uso responsabile degli antibiotici, compreso il materiale di FECAVA e FVE. © FECAVA/FVE

Nel contesto della promozione per l'uso prudente degli antibiotici sotto controllo Medico Veterinario, la World Veterinary Association (WVA) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) hanno creato, nel 2019, un archivio globale delle linee guida disponibili per l'uso responsabile degli antimicrobici negli animali 25. Sono state individuate più di 130 linee guida, con piani d'azione e materiale sull'uso prudente degli antibiotici e, sebbene pochi documenti siano specificamente destinati all’uso in cani e gatti (Tabella 1), possono essere una risorsa utile per il Medico Veterinario, insieme ai materiali prodotti da FECAVA e FVE (Figura 5).

 

Paese od organizzazione Titolo del documento Link al sito Web
Belgio
Linee guida per l'uso degli antibiotici nel cane (olandese, francese) https://formularium.amcra.be/a/2
Belgio
Linee guida per l'uso degli antibiotici nel gatto (olandese, francese) https://formularium.amcra.be/a/7
Danimarca
Linee guida sull'uso degli antibiotici nella pratica clinica degli animali da compagnia (danese e inglese) https://www.ddd.dk/media/2175/assembled_final.pdf
Francia
Opuscolo sulla promozione dell'uso prudente nel cane e nel gatto (francese)
 
Piano nazionale per la riduzione dei rischi di resistenza agli antibiotici in Medicina Veterinaria (francese, inglese, spagnolo) 
 
Nuova Zelanda
Linee guida per l'uso degli antibiotici nel trattamento del cane e del gatto (inglese) http://www.worldvet.org/uploads/docs/nzva_guideline_companion.pdf
Norvegia
Linee guida sull'uso degli antibiotici nel cane e nel gatto (norvegese) https://bit.ly/2PicF23
Svezia
Linee guida sull'uso clinico degli antibiotici nel trattamento del cane e del gatto (inglese, svedese) https://www.svf.se/media/ahwpbt52/policy-ab-english-10b.pdf
Svizzera
Uso prudente degli antimicrobici nel cane e nel gatto (francese, tedesco)
Stati Uniti
Linee guida base sull'uso terapeutico responsabile degli antibiotici (inglese) https://www.aaha.org/globalassets/02-guidelines/antimicrobials/aafp_aaha_antimicrobialguidelines.pdf



FECAVA/FVE Albero decisionale sull'uso responsabile degli antibiotici https://bit.ly/34olAne
FECAVA/FVE Raccomandazioni per una terapia antibiotica appropriata https://bit.ly/2LSnIwQ
FECAVA/FVE Consigli ai proprietari di animali da compagnia sull'uso responsabile degli antibiotici e sul controllo delle infezioni https://bit.ly/36Bxds7
FVE
Uso responsabile degli antibiotici con consigli per i proprietari di animali da compagnia (tutte le lingue della UE) https://www.fve.org/publications/fve-guidelines-responsible-use-of-antibiotics/
Tabella 1. Elenco delle linee guida e degli opuscoli sull'uso degli antibiotici negli animali da compagnia.

 

Gli antibiotici sono stati di enorme beneficio negli ultimi decenni, sia per il benessere umano che per quello animale, ma la crescente minaccia delle AMR deve rendere tutti i Medici Veterinari più consapevoli delle proprie abitudini di prescrizione. I Medici Veterinari che si occupano di animali da compagnia dovrebbero usare gli antibiotici solo quando e dove specificamente indicati, facendo in tutti i casi riferimento alle schede tecniche dei produttori. Un'attenta analisi del caso clinico può contribuire a garantire che i farmaci siano prescritti solo nelle situazioni appropriate, e una buona comunicazione con il proprietario aiuterà a garantirne la compliance.

Riferimenti

  1. European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (ESVAC): https://www.ema.europa.eu/en/veterinary-regulatory/overview/antimicrobial-resistance/european-surveillance-veterinary-antimicrobial-consumption-esvac
    European Surveillance of Antimicrobial Consumption Network (ESAC): https://www.ecdc.europa.eu/en/antimicrobial-consumption/surveillance-and-disease-data/report-protocol

  2. European Medicines Agency. Advice on implementing measures under Article 57(3) of Regulation (EU) 2019/6 on veterinary medicinal products – Report on specific requirements for the collection of data on antimicrobial medicinal products used in animals. Ref. Ares (2019)5494385 – 30/08/2019. https://ec.europa.eu/food/sites/food/files/animals/docs/ah_vet-med_imp-reg-2019-06_ema-advice_art-57-3.pdf

  3. Catry B, van Duijkeren E, Pomba MC, et al. Reflection paper on MRSA in food-producing and companion animals: epidemiology and control options for human and animal health. Epidemiol Infect 2010;138:626-644.

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  5. Smith M, King C, Davis M, et al. Pet owner and vet interactions: exploring the drivers of AMR. Antimicrobial Resist Infect Control 2018;7:46.

  6. Beever L, Bond R, Graham PA, et al. Increasing antimicrobial resistance in clinical isolates of Staphylococcus intermedius group bacteria and emergence of MRSP in the UK. Vet Rec 2015;176:172.

  7. European Union. Regulation (EU) 2019/6 of the European Parliament and of the Council of 11 December 2018 on veterinary medicinal products and repealing Directive 2001/82/EC. Official J L 4, 7.1.2019;43-167. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32019R0006

  8. Hopman NEM, van Dijk MAM, Broens EM, et al. Quantifying antimicrobial use in Dutch companion animals. Front Vet Sci 2019;6:158.

  9. Jessen LR, Sørensen TM, Lilja ZL, et al. Cross-sectional survey on the use and impact of the Danish national antibiotic use guidelines for companion animal practice. Acta Vet Scand 2017;59:81.

  10. Borck B, Korsgaard H, Sönksen U, et alDANMAP annual report; Use of antimicrobial agents and occurrence of antimicrobial resistance in bacteria from food animals, food and humans in Denmark 2018. ISSN 1600-2032

  11. Awosile BB, McClure JT, Saab ME, et al. Antimicrobial resistance in bacteria isolated from cats and dogs from the Atlantic Provinces, Canada from 1994-2013. Can Vet J 2018;59:885.

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  14. O’Neill J. Antimicrobial resistance: tackling drug-resistant infections globally: final report and recommendations. Rev Antimicrob Resist 2014. http://amr-review.org/Publications

  15. The European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2017. EFSA Journal 2019;17:e05598.

  16. European Centre for Disease Prevention and Control. Surveillance of antimicrobial resistance in Europe 2018. Stockholm: ECDC; 2019. ISBN 978-92-9498-387-9

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  18. Pires SM, Christensen J. Source attribution of Campylobacter infections in Denmark – technical report. Kgs. Lyngby: National Food Institute, Technical University of Denmark 2017

  19. Lloyd, DH. Reservoirs of antimicrobial resistance in pet animals. Clin Infect Dis 2007;45:S148-S152.

  20. Briyne ND, Atkinson J, Borriello SP, et al. Antibiotics used most commonly to treat animals in Europe. Vet Rec 2014;175:325-325.

  21. Gottlieb S. Statement from FDA Commissioner Scott Gottlieb, M.D. on the FDA’s 2017 report on declining sales/distribution of antimicrobial drugs for food animals, a reflection of improved antimicrobial stewardship. Available online: www.fda.gov/news-events/press-announcements/statement-fda-commissioner-scott-gottlieb-md-fdas-2017-report-declining-salesdistribution (accessed on Dec 13, 2019).

  22. European Medicines Agency. European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, 2019. “Sales of veterinary antimicrobial agents in 31 European countries in 2017”. (EMA/294674/2019)

  23. Cohn LA, Middleton JR. A veterinary perspective on methicillin-resistant staphylococci. J Vet Emer Crit Care 2010;20:31-45.

  24. Joosten P, Ceccarelli D, Odent E, et al. Antimicrobial usage and resistance in companion animals: a cross-sectional study in three European countries. Antibiotics 2020;9:87. doi:10.3390/antibiotics9020087

  25. World Veterinary Association (WVA). Global repository of Antimicrobial Use Guidelines. Oct 2019. http://www.worldvet.org/uploads/docs/021rev3_list_of_available_guidelines_on_amu_21oct_2019.pdf

Nancy De Briyne

Nancy De Briyne

La Dr.ssa De Briyne si è laureata all’Università di Ghent nel 1996 e ha lavorato come Medica Veterinaria sia in Belgio che nel Regno Unito Scopri di più

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