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Veterinary Focus

Numero 31.3 Nutrizione

Alimentazione casalinga: facciamo chiarezza

Pubblicato il 04/08/2022

Scritto da Marjorie Chandler

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I Medici Veterinari affrontano spesso il caso di proprietari che vogliono nutrire il proprio animale con un’alimentazione casalinga; questo articolo esamina i potenziali problemi e benefici che può determinare tale approccio.

© Shutterstock

I proprietari possono scegliere un’alimentazione che percepiscono come più appetibile e piacevole

Punti chiave

Sebbene siano fornite meno spesso rispetto agli alimenti commerciali, i proprietari possono fornire alimenti preparati in casa in buona fede, e non perché diffidano o hanno pregiudizi nei confronti degli alimenti preparati. 


La maggior parte delle ricette per un’alimentazione casalinga disponibili su siti Web e libri non soddisfa i requisiti nutrizionali dell’animale e potrebbe causare conseguenze non volute.


Se vengono forniti alimenti crudi, c’è un potenziale rischio di contaminazione da parte di batteri patogeni e loro diffusione fecale, cosa che mette a rischio sia i proprietari sia altre persone.


Per garantire che gli animali ricevano un’alimentazione completa e bilanciata, occorre comprendere le scelte dietetiche del proprietario, come pure comunicare e informare in modo chiaro ed empatico. 


Introduzione

Il termine “casalingo”, quando applicato agli alimenti per animali, comprende qualsiasi alimentazione non commerciale, dalle ricette a base di sola carne, alle diete vegetariane o vegane, compresi ingredienti sia cotti che crudi. Quasi tutti i proprietari che decidono di preparare gli alimenti del loro animale desiderano fornire ciò che percepiscono essere una nutrizione eccellente per il proprio gatto o cane. Sebbene molti ricorrano all’assistenza di un Medico Veterinario nutrizionista specialista certificato, possono anche – ed è anzi più probabile che lo facciano – procurarsi le ricette da libri, Internet, amici e altri soggetti che non hanno una formazione adeguata sulla nutrizione dei piccoli animali. Questo articolo offre una panoramica di questi fenomeni e discute i rischi e i potenziali benefici associati. 

Marjorie L. Chandler

I proprietari di animali modificano spesso le ricette che ricevono, un processo noto come scostamento dalla ricetta. Le modifiche possono includere cambiamenti nelle quantità e nel tipo di ingredienti, o l’omissione degli integratori, e qualsiasi cambiamento può alterare la composizione nutrizionale del programma alimentare e renderlo potenzialmente inadatto.

Marjorie L. Chandler

La diffusione dell’alimentazione casalinga 

Può essere difficile determinare in modo preciso quanti animali seguano un’alimentazione casalinga. Ad esempio, un sondaggio condotto nel 2008 in USA e Australia ha rivelato che oltre il 93,2% dei proprietari di cani e il 98,9% dei proprietari di gatti avevano segnalato che almeno parte dell’alimentazione del loro animale includeva alimenti commerciali 1. Tuttavia, il 30,6% dei cani e il 13,1% dei gatti ricevevano avanzi della tavola, scarti, o alimenti preparati in casa, mentre ossa o alimenti crudi erano inclusi nel loro pasto principale nel 16,2% dei cani e nel 9,6% dei gatti. Oltre l’80% delle persone che includevano ossa o alimenti crudi nell’alimentazione del loro animale risiedeva in Australia. Meno del 3% dei proprietari forniva esclusivamente alimentazione casalinga, e circa il 7% dei cani aveva ricevuto almeno metà della loro alimentazione sotto forma di alimenti preparati in casa.

Un altro studio condotto lo stesso anno ha rilevato che il 95,5% dei proprietari nutriva il proprio gatto con un alimento commerciale, e solo il 2,7% con un alimento non commerciale; d’altra parte, l’86,8% dei proprietari di cani era stato classificato preferire l’alimentazione commerciale e il 10% l’alimentazione casalinga; il restante 3,2% non si identificava in alcuna delle due categorie 2. Uno studio internazionale più recente ha segnalato che il 79% dei cani e il 90% dei gatti aveva ricevuto alimenti commerciali, sebbene solo il 13% dei cani e il 32% dei gatti li mangiasse in maniera esclusiva 3. Alimenti preparati in casa sono stati offerti al 64% dei cani e al 46% dei gatti, mentre alimenti crudi al 66% dei cani e al 53% dei gatti. Come notato nello studio succitato, la nutrizione con alimenti preparati in casa e/o crudi era ancora più diffusa in Australia, e ci sono ovviamente notevoli differenze geografiche quando si parla di abitudini nutrizionali animali. Invece, è stato segnalato che in Sri Lanka il 42% dei cani viene nutrito con alimentazione casalinga, mentre solo il 18% con alimentazione commerciale, mentre il restante 40% riceve un mix di entrambe le opzioni. Inoltre, lo stesso studio ha mostrato che il 49% dei cani riceve latte come pasto a parte, oltre alla normale alimentazione, e il 57% riceve integratori alimentari 4.

Nel complesso, questi studi e altre ricerche segnalano che la prevalenza dei proprietari che optano per un’alimentazione casalinga per il proprio cane sembra essere di circa il 7-10%, meno del 4% nei gatti; tuttavia, tali risultati potrebbero non riflettere la popolazione complessiva, a causa del bias di selezione. Ad esempio, in uno degli studi sopra citati 3 la survey è stata compilata da proprietari scelti tramite auto-selezione da gruppi di interesse canino e felino sui social media. Questo tipo di campionamento può alterare i risultati a causa dell’inclusione di segmenti della popolazione potenzialmente prevenuti; ad esempio, i proprietari che scelgono l’alimentazione casalinga potrebbero essere più interessati a queste ricerche, o al contrario potrebbero essere meno propensi a segnalare le proprie scelte; per questo è difficile accertare la reale percentuale di proprietari che forniscono alimentazione casalinga.

Perché scegliere un’alimentazione casalinga?

Gli animali sono considerati membri della famiglia e la decisione sulla loro alimentazione può riflettere le convinzioni culturali, le ideologie, e l’identità del proprietario. Le persone potrebbero voler nutrire gli animali secondo la loro filosofia alimentare, ad esempio utilizzando esclusivamente alimenti vegani, biologici o naturali. Con l’umanizzazione degli animali, offrire un pasto che assomigli maggiormente a quello del proprietario può avere un certo richiamo. Altre ragioni per fornire alimenti preparati in casa includono l’appetibilità (cioè, l’idea di selezionare gli alimenti preferiti dal proprio animale), sfiducia e/o pregiudizi nei confronti della lavorazione degli alimenti commerciali, la volontà di escludere determinati ingredienti (come, ad esempio cereali, sottoprodotti della carne, o derivati della carne), o il desiderio per avere un controllo “maggiore” sulla loro alimentazione (Figura 1). I proprietari hanno anche riferito tra le motivazioni per fornire alimenti preparati in casa o alimenti crudi il desiderio di coccolare il proprio animale, i dubbi che gli alimenti commerciali possano essere meno sani o meno nutrienti di quanto desiderato, oppure il desiderio di ottenere un beneficio sanitario, reale o percepito 2 (Tabella 1).

Tabella 1. Alcuni motivi indicati dai proprietari per scegliere un’alimentazione casalinga.

•  Appetibilità: il proprietario può scegliere gli alimenti che piacciono al proprio animale
•  Desiderio di coccolare il proprio animale
•  Corrispondenza con la filosofia alimentare del proprietario: ad es. alimenti vegetariani e biologici
•  Sfiducia o incomprensione nei confronti della lavorazione degli alimenti commerciali, o convinzione che gli alimenti elaborati (cotti) non siano salutari
•  Sfiducia nei confronti delle aziende di petfood
•  Desiderio di escludere alcuni ingredienti, ad es. cereali, sottoprodotti
•  Volontà di controllare l’alimentazione
•  Volontà di dare al cane un’alimentazione ad alto contenuto proteico o “per carnivori”
•  Uso per scopi nutrizionali specifici dove non è disponibile un alimento commerciale, ad es. comorbilità o reazioni avverse a ingredienti multipli

 

Almeno uno studio ha suggerito l’esistenza di un’associazione tra i dubbi dei proprietari in merito agli alimenti commerciali e la scelta di un’alimentazione casalinga. I proprietari che sceglievano un’alimentazione a base di almeno il 50% di alimenti non commerciali avevano più dubbi e perplessità riguardo agli alimenti commerciali, alla loro lavorazione e alla relativa industria rispetto ai proprietari che davano almeno il 75% di alimenti commerciali 2. Questi sostenitori delle diete non commerciali avevano inoltre atteggiamenti più positivi nei confronti dell’alimentazione cruda e casalinga, rispetto ai sostenitori degli alimenti commerciali. I proprietari che fornivano alimenti preparati in casa erano più propensi a credere che gli alimenti commerciali fossero meno salubri, che la cottura distruggesse i nutrienti essenziali, e che gli alimenti biologici fossero più sicuri e più sani rispetto ad altri alimenti. Inoltre, ad alcuni soggetti piace preparare da mangiare al proprio animale, cosa che potrebbe influenzarne le risposte 2.

A quanto pare, i sostenitori dell’alimentazione cruda ritengono che questa, insieme ad un’alimentazione iperproteica, fornisca un’alternativa più naturale, paragonabile a quella consumata dai canidi e felidi selvatici 1. In uno studio condotto su 218 proprietari che avevano somministrato alimenti crudi ai propri cani, la ragione principale per tale scelta è stata: rispetto per la natura di carnivoro del cane (26%), miglioramento della salute dell’animale (24%), precedenti problemi con l’alimentazione commerciale (21%), nessuna fiducia negli alimenti commerciali (19%), mancata volontà del cane di mangiare gli alimenti commerciali (6%), altri motivi (4%) 5. Il 57% di questi proprietari ha ritenuto che il vantaggio principale di fornire un’alimentazione cruda fosse ottenere il controllo totale e la consapevolezza della composizione dell’alimentazione; il 23% ha citato la propria preferenza per le proteine animali come componente alimentare principale, e l’11% dei proprietari ha indicato che il vantaggio principale era quello del tempo maggiore per consumare il pasto, insieme all’apparente maggior soddisfazione dell’animale. Appena il 3% degli intervistati ha considerato come vantaggio principale la buona appetibilità, l’1% l’assenza di carboidrati, e l’1% l’assenza di trattamento degli ingredienti.

I proprietari possono scegliere un’alimentazione che percepiscono come più appetibile e piacevole

Figura 1. I proprietari possono scegliere un’alimentazione che percepiscono come più appetibile e piacevole. 
Crediti: Shutterstock 

Alimentazione casalinga in corso di patologie

Sebbene sia disponibile un’ampia varietà di alimenti commerciali per animali sani e con diversi disturbi, l’alimentazione casalinga può essere adattata anche a un singolo animale con una specifica problematica. Ad esempio, per un cane con pancreatite cronica e nefropatia, un Medico Veterinario nutrizionista può formulare una dieta casalinga idonea, a basso contenuto di grassi e fosforo; un’alimentazione il cui contenuto di grassi sia inferiore a quello presente negli alimenti commerciali può essere utile per alcuni disturbi intestinali, come ad esempio la linfangiectasia. Alcuni animali hanno anche reazioni avverse a diversi ingredienti e possono trarre beneficio da un’alimentazione su misura. Le alimentazioni casalinghe possono a volte risultare più appetibili in alcune situazioni, poiché i proprietari possono selezionare gli alimenti preferiti dai loro animali; questo può essere particolarmente utile in casi come, ad esempio, una nefropatia cronica, dove l’appetito può essere ridotto, sebbene possa essere potenzialmente deleterio in animali sovrappeso.

È stato proposto che un’alimentazione casalinga possa essere più digeribile rispetto alle opzioni commerciali, con conseguente miglioramento della qualità fecale o produzione di minor volume di feci. Tuttavia, esistono vari fattori che influenzano la digeribilità di un alimento, inclusi gli ingredienti, la quantità e i tipi di fibre, e le diverse tecniche di trattamento termico. Uno studio su gatti alimentati con alimento secco commerciale, alimentazione cruda e alimentazione casalinga cotta, ha mostrato una digeribilità fecale apparentemente maggiore per gli alimenti crudi e preparati in casa rispetto agli alimenti secchi 6. Un altro studio su gattini, che ha confrontato la digeribilità fecale di due alimentazioni crude e un alimento secco cotto, ha mostrato che la digeribilità della materia organica, le proteine e l’energia erano maggiori nei prodotti crudi, con conseguente produzione di minor volume di feci, ma nessuna differenza nel punteggio fecale 7. Questi studi hanno confrontato alimenti con una varietà di ingredienti e lavorazioni, per cui è difficile stabilire gli effetti della sola lavorazione.

Una maggiore digeribilità degli alimenti non è necessariamente vantaggiosa per tutti gli animali, a patto che sia adeguata. Animali in sovrappeso, che necessitano di una densità calorica inferiore, e animali che hanno bisogno di un alto contenuto di fibra per la salute del colon, possono trarre beneficio da un maggior livello di fibra alimentare anche se questa ha una digeribilità minore. Al contrario, l’elevata digeribilità può giovare in corso di alcuni disturbi dell’intestino tenue, o che richiedono una densità calorica maggiore.

Potenziali problematiche dell’alimentazione casalinga

Squilibri nutrizionali

Esistono numerose segnalazioni di casi riguardanti problematiche associate ad alimentazione casalinga nutrizionalmente sbilanciata e/o incompleta (Tabella 2). Molte di queste riguardano la fase di crescita dei cuccioli o dei gattini, dove uno squilibrio nutrizionale può avere conseguenze critiche, ma sono documentate anche in cani e gatti adulti 8,9. Le patologie del metabolismo osseo e l’iperparatiroidismo secondario su base nutrizionale si verificano in corso di carenza di calcio alimentare o quando il rapporto calcio:fosforo non è corretto (Figura 2); inoltre, si possono associare al rachitismo dovuto a un deficit di vitamina D. Le anomalie segnalate in cani alimentati con alimentazione casalinga includono: ipovitaminosi D, ipocalcemia, carenza di vitamina A 10, iponatriemia, ipocloremia, iperfosfatemia e deficit di taurina 11. Nei gattini sono riportati casi di patologie scheletriche associate a disequilibri nutrizionali, come conseguenza dei deficit di calcio e/o vitamina D 12. Pansteatitis from consumption of high-fat diets with insufficient vitamin E has been reported in cats fed unbalanced homemade diet 13. Viene riportato anche lo sviluppo di pansteatite, associata al consumo di alimentazione ad alto tenore di grassi e carenza di vitamina E (13). Una dieta composta principalmente da fegato può provocare nel gatto ipervitaminosi A, che causa a sua volta la comparsa di osteofiti ossei ed esostosi estese e irreversibili, con conseguente dolore e zoppia. Naturalmente, nella pratica, molti casi legati all’alimentazione non vengono segnalati, per cui non è nota l’effettiva prevalenza di questi disturbi.

Tabella 2. Comuni carenze nutrizionali di un’alimentazione casalinga di mantenimento.

•  Calcio
•  Vitamina D
•  Zinco
•  Acidi grassi essenziali (linoleico, acidi grassi omega-3)
•  Vitamina E
•  Colina
•  Rame
•  Ferro
•  Tiamina
•  Manganese
•  Selenio

 

Radiografia DV del cranio di un cane con nefropatia cronica la cui alimentazione presentava carenza di determinati nutrienti

Figura 2. Radiografia DV del cranio di un cane con nefropatia cronica la cui alimentazione presentava carenza di determinati nutrienti, con conseguente iperparatiroidismo secondario nutrizionale e facilmente anche iperparatiroidismo renale secondario. È presente un’osteopenia generalizzata, con assottigliamento di alcune corticali. 
Crediti: Dr.ssa Pauline Jamieson, VetsNow Referrals 

Analisi dei nutrienti nell’alimentazione casalinga

Numerosi studi hanno analizzato ricette preparate in casa, e tutti hanno segnalato deficit nella maggior parte di quelle pubblicate 14,15,16 (Figura 3). Uno studio su 200 alimentazioni casalinghe di mantenimento per cani (64,5% scritte da Medici Veterinari e 35,5% da altri) ottenute da 34 fonti ha stabilito che la maggior parte non era completa dal punto di vista nutrizionale 14. Di queste ricette, il 92% presentava istruzioni imprecise o incomplete (ad es. per quanto riguarda gli ingredienti, il metodo di preparazione e gli integratori) e il 29% aveva omesso gli integratori. Le calorie per ricetta variavano da 380 a 16.348 kcal e, mentre il 95% delle ricette aveva almeno un nutriente essenziale in quantità inferiore rispetto a quanto indicato dalle linee guida NRC* o AAFCO**, l’83,5% aveva carenze multiple. Le carenze più comuni erano la mancanza di vitamina D, vitamina E, zinco, colina, rame, acidi grassi omega-3 e calcio. Uno studio su 114 alimenti preparati in casa per i gatti ha riscontrato simili istruzioni imprecise e inadeguate, oltre a carenze nutrizionali, in particolare colina, ferro, tiamina, zinco, manganese, vitamina E, e rame. Nessuna delle ricette soddisfaceva i livelli minimi di nutrienti raccomandate dall’NRC 16.

* NRC = National Research Council
** AAFCO = Association of American Feed Control Officials

Per quanto riguarda l’alimentazione casalinga in corso di disturbi, un altro studio ha segnalato che, tra le 67 ricette (prese da libri di testo di medicina veterinaria, libri per proprietari di animali e siti Web) per cani e gatti da utilizzare in corso di problematiche renali, nessuna soddisfaceva tutte le raccomandazioni sui nutrienti dell’NRC. C’erano frequenti carenze di aminoacidi, e molte ricette avevano un contenuto limitato di colina, selenio, zinco e calcio 17. Tuttavia, un report su 18 cani con CKD e iperkaliemia che, avevano ricevuto alimenti dietetici commerciali per problematiche renali riporta che quando passati a un’alimentazione casalinga a contenuto ridotto di potassio formulata da un Medico Veterinario nutrizionista certificato, le concentrazioni di potassio sierico erano tornate alla norma entro una o due settimane in tutti i cani tranne uno 18.

Molte ricette includono l’uso di un integratore vitaminico e minerale non specifico. Questi prodotti hanno componenti variabili, e la maggior parte di quelli venduti per animali non sono formulati per l’uso nelle alimentazioni preparate in casa. In aggiunta, alcuni integratori umani possono contenere livelli di vitamina D eccessivi per cani e gatti. Inoltre, è raro che gli integratori umani contengano taurina, un componente essenziale per i gatti che può non essere sufficiente in una preparazione casalinga. Ad esempio, uno studio ha mostrato che la sola carne di coniglio non soddisfaceva la raccomandazione nutrizionale per quanto riguarda le concentrazioni di taurina, che variavano tra il 20 e il 90% rispetto ai valori minimi 19.

Viene spesso suggerito che l’uso, a rotazione, di varie formulazioni fornisca una varietà di nutrienti tali da compensare le eventuali carenze; tuttavia, uno studio che ha analizzato l’effetto della rotazione di sette diverse ricette ha mostrato che le carenze non venivano eliminate 14. Poiché molte ricette casalinghe hanno carenze simili (ad es. lo zinco), la loro alternanza non supera il problema. 

Figura 3. Risultati di un’analisi computerizzata con il software di BalanceIt® per valutare una ricetta trovata su Internet, per un cane adulto, a base di tacchino, riso e verdure miste. Le cifre in grigio indicano i livelli sufficienti per un dato nutriente, mentre quelle in rosso rappresentano i nutrienti carenti. 
Crediti: Balanceit.com 

Nutriente % del fabbisogno Quantità
(perMcal)
Intervallo
Proteine 170,4% 76,702 g Da 45 a (no max) g
Arginina 434,1% 5,556 g Da 1,28 a (no max) g
Istidina 458,9% 2,203 g Da 0,48 a (no max) g
Isoleucina 362,9% 3,448 g Da 0,95 a (no max) g
Leucina 364,6% 6,199 g Da 1,7 a (no max) g
Lisina 391,3% 6,182 g Da 1,58 a (no max) g
Metionina 246,8% 2,049 g Da 0,83 a (no max) g
Metionina – Cistina 176,0% 2,869 g Da 1,63 a (no max) g
Fenilalanina 276,2% 3,121 g Da 1,13 a (no max) g
Fenilalanina – Tirosina 312,2% 5,776 g Da 1,85 a (no max) g
Treonina 283,2% 3,398 g Da 1,2 a (no max) g
Triptofano 218,8% 0,875 g Da 0,4 a (no max) g
Valina 301,4% 3,707 g Da 1,23 a (no max) g
Lipidi totali  189,7% 26,181 g Da 13,8 a (no max) g
Carboidrati 100,0% 114,014 g Da 0 a (no max) g
Colina 81,4% 273,063 mg Da 335,429 a (no max) mg
Folato 162,3% 87,653 mcg Da 54 a no max mcg
Niacina 780,7% 26,543 mg Da 3,4 a (no max) mg
Acido pantotenico  132,6% 3,978 mg Da 3 a (no max) mg
Riboflavina 69,6% 0,905 mg Da 1,3 a (no max) mg
Tiamina 124,2% 0,696 mg Da 0,56 a (no max) mg
Vitamina A
185,5% 695,680 mcg Da 375 a 18750 mcg
Vitamina B12 41,7% 0,003 mg Da 0,007 a (no max) mg
Vitamina B6 549,0% 2,086 mg Da 0,38 a (no max) mg
Vitamina E 11,8% 1,477 IU Da 12,5 a (no max) UI
Calcio 14,3% 0,179 g Da 1,25 a 6,25 g
Cloro 219,0% 0,657 g Da 0,3 a (no max)
Rame 49,5% 0,906 mg Da 1,83 a (no max) mg
Iodio 0,0% 0,000 mg Da 0,25 a 2,75 mg
Ferro 73,7% 7,368 mg Da 10 a (no max) mg
Magnesio 181,5% 0,272 g Da 0,15 a (no max) g
Manganese 328,7% 4,102 mg Da 1,25 a (no max) mg
Fosforo 97,6% 0,976 g Da 1 a 4 g
Potassio 86,3% 1,295 g Da 1,5 a (no max) g
Selenio 126,2% 0,101 mg Da 0,08 a 0,5 mg
Sodio 146,0% 0,292 g Da 0,2 a (no max) g
Zinco 52,9% 10,580 mg Da 20 a no max mg
Rapporto Ca:P  100,0% 0,183 Da 0 a 2 n/a
EPA + DHA 100,0% 0,042 g Da 0 a 10,53 g
Vitamina D 14,0% 17,642 IU Da 125 a 750 UI

 

Formulazioni alimentari

Anche un’alimentazione ben formulata può dare luogo a squilibri nutrizionali, poiché la formulazione è computerizzata a partire da una banca dati di ingredienti, che potrebbero differire da quelli reali. Uno studio ha mostrato una buona corrispondenza fra le analisi chimiche degli alimenti confrontate tramite analisi computerizzata 14; tuttavia, è possibile che i proprietari non selezionino l’esatto ingrediente raccomandato; inoltre, può capitare che (per esempio) la quantità di grasso nelle carni macinate vari notevolmente. I proprietari modificano spesso le ricette che ricevono, un processo noto come scostamento dalla ricetta. Le modifiche possono includere variazioni nelle quantità, aggiunta, omissione o sostituzione di ingredienti, oppure omissione o modifica di integratori. Ognuna di queste modifiche può alterare la composizione nutrizionale dell’alimentazione, e potrebbe renderla potenzialmente inadatta.

Queste verifiche sono importanti anche per gli alimenti commerciali; per esempio, concentrazioni di tiamina (vitamina B1) inferiori al livello minimo secondo AAFCO sono state identificate in 12 su 90 alimenti umidi per gatti venduti negli USA, soprattutto paté e prodotti realizzati da aziende minori 20. Ci sono stati richiami di prodotti commerciali dovuti a un eccesso di vitamina D, derivante per esempio da un errore nella lavorazione di una premiscela utilizzata negli alimenti per cani. Questi errori sono generalmente rilevati dai test di qualità e devono comportare l’emissione di richiami per rimuovere i lotti interessati. Il potenziale squilibrio della razione sottolinea quindi l’importanza del controllo di qualità e dell’analisi nutrizionale regolare degli alimenti commerciali eseguiti dalle aziende produttrici. Questo è uno svantaggio intrinseco di un’alimentazione casalinga, poiché non esiste alcun controllo di qualità durante la preparazione; inoltre, a differenza degli alimenti commerciali, tali ricette non sono solitamente misurate per l’equilibrio dei nutrienti e neppure per la sicurezza. In sostanza, la “prova alimentare” viene effettuata sul singolo animale. Anche se un proprietario seleziona correttamente l’alimento e non modifica la ricetta, non è possibile garantire una corrispondenza esatta con gli ingredienti della banca dati, specie per periodi prolungati, poiché i fornitori di alimenti possono modificare la composizione nel tempo. Ciò è particolarmente importante in caso di alimentazioni casalinghe per determinate patologie, poiché può influire sulla gestione della malattia.

Costo

I proprietari potrebbero preferire un’alimentazione casalinga nell’illusione di risparmiare soldi; tuttavia, uno studio ha dimostrato che tali regimi sono solitamente più costosi degli alimenti secchi commerciali, sebbene possano essere più economici di alcuni umidi 21.

Rischi delle alimentazioni crude

La masticazione di ossa voluminose non fornisce calcio alimentare sufficiente, non previene la placca dentale o la periodontite, e può causare fratture dentali. Un’alimentazione a base di carne cruda, a prescindere se preparata in casa o commerciale, può rappresentare un rischio per la salute di cani e gatti, e anche dei loro proprietari, dato il rischio di contaminazione da patogeni. È raro infatti che un alimento commerciali risulti contaminato da batteri, poiché tali prodotti vengono lavorati a temperature elevate che uccidono i batteri. La contaminazione è ancora più improbabile negli alimenti umidi non ancora aperti, poiché sono sterilizzati dentro la confezione. La contaminazione microbiologica è molto più probabile con gli alimenti crudi ed è stata segnalata spesso; ad esempio, vari studi hanno osservato che alimenti crudi commerciali per animali, congelati o liofilizzati, erano contaminati da una varietà di patogeni batterici e parassitari zoonotici 22,23.

È impossibile conoscere la percentuale di contaminazione delle alimentazioni casalinghe crude poiché non sono soggette a monitoraggio, ma è nota la prevalenza di contaminazione dei prodotti a base di carne e pollame destinati al consumo umano. Una meta-analisi di 78 studi condotti in 21 paesi europei ha mostrato che Staphylococcus aureus era il patogeno principale, rilevato nel 38,5% della carne di pollame (range 25,4-53,4%), seguito da Campylobacter spp. nel 33,3% (22,3-46,4%). Listeria monocytogenes e Salmonella spp. erano presenti rispettivamente con una prevalenza inferiore al 19,3% (14,4-25,3%) e 7,1% (4,60-10,8%) 24.

È importante sottolineare che, mentre i proprietari potrebbero non notare segni clinici evidenti di infezione batterica negli animali che ricevono alimenti crudi contaminati, questi potrebbero già diffondere i patogeni attraverso le feci e la saliva. La diffusione fecale di patogeni costituisce un pericolo per la salute pubblica, ma anche un rischio per alcuni membri della famiglia, in particolare soggetti immunocompromessi, giovani, anziani o donne in gravidanza. Fornire alimenti crudi può anche contribuire a fenomeni di antibioticoresistenza; tali alimenti sono stati identificati come fattore di rischio per la diffusione di ceppi di Enterobacteriaceae produttori di beta-lattamasi ad ampio spettro nei gatti domestici 25.

Discutere la scelta alimentare con i proprietari

I proprietari possono avere forti convinzioni per quanto riguarda la scelta alimentare per il loro animale, quindi questa può essere una discussione impegnativa. È importante chiedere informazioni sull’alimentazione come parte della valutazione nutrizionale, e avere una discussione senza giudizi sulle ragioni della loro scelta (Figura 4). I proprietari possono avere percezioni errate sugli ingredienti o sulla lavorazione degli alimenti commerciali, e potrebbero aver ottenuto i loro “dati” da fonti polarizzate e disinformate, su Internet o libri, quindi può essere opportuno offrire al proprietario ulteriori consigli se desiderati. In particolare, quando l’alimentazione potrebbe non essere completa o bilanciata, come avviene per la maggior parte delle ricette autoprodotte, può essere utile dare informazioni sui requisiti nutrizionali di un determinato animale, e quando sussiste un rischio o ci si trova ad affrontare un disturbo correlato all’alimentazione (come ad esempio l’iperparatiroidismo secondario nutrizionale in un animale giovane), anche con una certa urgenza. Dare informazioni fortemente visive e per iscritto è più efficace rispetto ai semplici consigli verbali, che potrebbero non essere ricordati correttamente, o essere interpretati in modo scorretto. 

Il team della struttura dovrebbe riconoscere che le scelte alimentari del proprietario sono state fatte con le migliori intenzioni. Si dovrebbe quindi fare attenzione agli aspetti positivi relativi alla gestione e alla cura dell’animale da parte del proprietario; se quest’ultimo sente di essere sotto giudizio per cattiva gestione, è più probabile che si metta sulla difensiva e sia meno propenso ad attuare le modifiche richieste. Quando il proprietario è disposto a considerare una variazione nell’alimentazione, si deve delineare un piano per il passaggio a un’alimentazione completa e bilanciata; questo può includere varie opzioni come passare a un alimento di tipo commerciale, utilizzare un programma e un integratore come ad esempio quello fornito da un sito web affidabile (ad es. Balanceit.com), o il rinvio a un Medico Veterinario nutrizionista certificato. 

La valutazione nutrizionale, inclusa una discussione sull’attuale alimentazione dell’animale, dovrebbe essere inclusa in ogni consulto

Figura 4. La valutazione nutrizionale, inclusa una discussione sull’attuale alimentazione dell’animale, dovrebbe essere inclusa in ogni consulto. 
Crediti: Shutterstock

Conclusione

Sebbene i proprietari possano scegliere un alimento preparato in casa perché ritengono sia la scelta più salutare, dovrebbero essere consapevoli dei rischi potenziali coinvolti, nonché degli eventuali benefici percepiti. In definitiva, qualsiasi scelta dovrebbe essere la più sicura possibile per quanto riguarda i patogeni e fornire una nutrizione completa e bilanciata. Il Medico Veterinario deve cercare di includere una consulenza nutrizionale ogni volta che è appropriato durante un consulto, poiché non farlo potrebbe causare un disturbo nutrizionale, a breve o lungo termine.

Riferimenti

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Marjorie Chandler

Marjorie Chandler

La Dr.ssa Chandler ha conseguito la laurea breve presso la California State University, e la laurea specialistica presso la Colorado State University (CSU). Scopri di più

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