I gatti e la fibra alimentare
Nutrizionisti e veterinari si interessano da molti anni della fibra alimentare come componente degli alimenti per animali da compagnia o come integratori.
Pubblicato il 10/02/2021
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Il progresso dell’assistenza veterinaria, della nutrizione e dello stile di vita ha migliorato l’aspettativa di vita del cane e del gatto negli ultimi 20 anni. Si è visto che l’alimentazione e una gestione nutrizionale appropriate sono in grado di alleviare, rimandare, rallentare e persino prevenire le malattie comunemente associate al processo dell'invecchiamento, consentendo una qualità di vita migliore negli animali da compagnia anziani.
• Si è visto che l’alimentazione e una gestione nutrizionale appropriate sono in grado di alleviare, rimandare, rallentare e persino prevenire le malattie comunemente associate al processo dell'invecchiamento.
• Le raccomandazioni nutrizionali nei gatti sani anziani devono tenere presenti gli specifici requisiti della specie felina, l'impatto dell'invecchiamento sulla fisiologia e sul metabolismo e le strategie dietetiche che potrebbero aiutare a prevenire o rallentare i processi di malattia.
• La longevità richiede una partenza salutare fin dalla giovane età. I deficit di nutrienti influiscono significativamente sulla durata di vita tanto quanto gli eccessi.
• È importante mantenere condizioni corporee ottimali per l’intera vita del gatto. I veterinari devono quindi valutare le diete e la gestione nutrizionale dell’animale da compagnia che invecchia ed elaborare le raccomandazioni in base alle ultime conoscenze scientifiche.
Il progresso dell’assistenza veterinaria, della nutrizione e dello stile di vita ha migliorato l’aspettativa di vita del cane e del gatto negli ultimi 20 anni 1 2. Si è visto che l’alimentazione e una gestione nutrizionale appropriate sono in grado di alleviare, rimandare, rallentare e persino prevenire le malattie comunemente associate al processo dell'invecchiamento, consentendo una qualità di vita migliore negli animali da compagnia anziani 3 4 5 6. I veterinari devono quindi valutare le diete e la gestione nutrizionale dell’animale da compagnia che invecchia ed elaborare le raccomandazioni in base alle ultime conoscenze scientifiche.
Molte malattie feline correlate all’età (ad es. malattia renale, osteoartrite, diabete mellito, ipertiroidismo) vengono osservate più spesso dopo l’età di dieci anni. Per la maggior parte di queste malattie e soprattutto nel gatto, i segni clinici evidenti si manifestano più avanti, nel corso del processo fisiopatologico. Le diete dei gatti senior “sani” devono quindi integrare nella formula la prevenzione di queste malattie associate all’invecchiamento. I gatti tendono a vivere più a lungo dei cani e non è raro che il veterinario visiti gatti con oltre 15 anni d’età. Tuttavia, come nell’uomo, a seconda del background genetico e ambientale di ogni gatto, l’età cronologica e quella fisiologica non sono sempre corrispondenti.
Le raccomandazioni nutrizionali per il gatto sano anziano devono quindi tenere presenti gli specifici requisiti della specie felina, l’impatto dell’invecchiamento sulla fisiologia e sul metabolismo e includere strategie dietetiche che potrebbero aiutare a prevenire o rallentare i processi di malattia comunemente associati all’invecchiamento (Tabella 1) 17.
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La dieta formulata nel modo più accurato aiuterà il gatto anziano solo se questo la assume volentieri. Occorre quindi cercare di garantire la massima appetibilità, grazie a combinazione di ingredienti di qualità, scelta accurata degli aromi, dimensioni delle crocchette e consistenza dell’alimento. Inoltre bisogna ricordare che i gatti più anziani sono più predisposti verso patologie che causano poliuria/polidipsia e soffrono più facilmente di zoppia per cui è fondamentale fornire loro un accesso agevole all’acqua fresca (Figura 2).
Energia
Come in altre specie, l’invecchiamento nel gatto è associato a una diminuzione della massa corporea magra e un aumento di quella grassa 1
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. Dato che la massa magra è il tessuto metabolicamente attivo, spesa energetica e fabbisogni energetici si riducono con l’età. Ciò non vale tuttavia per tutti i gatti, soprattutto quelli di oltre 12 anni d’età. Esiste un’evidenza che quasi un terzo dei gatti anziani ha una capacità ridotta di digerire il cibo, soprattutto il grasso e le proteine 1
. Questa situazione è confermata dalla prevalenza inferiore dell’obesità nei gatti di oltre 10 anni d’età (Figura 3) 9
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. Per questa ragione, non tutte le diete senior dovrebbero avere un contenuto energetico ridotto. La densità energetica e l’apporto calorico dovrebbero essere regolati in modo da mantenere la condizione corporea ottimale. Come punto di partenza, sono disponibili le seguenti raccomandazioni (Figura 1) 7
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Dato che la variabilità individuale e stagionale può essere elevata nel gatto, l’apporto calorico deve essere adattato alla condizione corporea del singolo paziente.
L’aspettativa di vita è inferiore nei gatti che sono sotto o sopra la condizione corporea ottimale 10. Una condizione corporea scadente potrebbe essere l’indicatore precoce di un problema clinico che impedisce la compensazione degli episodi di digiuno comunemente associati alle malattie. Oltre a promuovere la zoppia e i problemi cutanei (perché il gatto non si pulisce), l’obesità favorisce l’insulinoresistenza (Figura 4) 9 e di conseguenza il diabete mellito che quindi è una complicanza frequente dell’obesità felina. Esistono alcune controversie sull’uso degli carboidrati come fonti energetiche nelle diete feline. I gatti si sono evoluti come carnivori stretti e in quanto tali, rispetto al cane o all’uomo, hanno una capacità inferiore di digerire e metabolizzare i carboidrati 14 15. I gatti sono tuttavia molto efficienti nell’utilizzare grandi quantità di carboidrati ben cotti nelle loro diete ed è l’obesità, piuttosto che il consumo di elevate quantità di carboidrati, a promuovere l’insulinoresistenza 14 15 16 17. Nei gatti che sono in sovrappeso e/o hanno il diabete mellito, la riduzione dei carboidrati alimentari, quella dell’apporto energetico e l’aumento delle proteine della dieta, possono migliorare collettivamente le condizioni corporee e il tasso di remissione, consentendo di ridurre la dose di insulina 17.
Oltre ad essere fonti energetiche, i grassi sono anche fonti di acidi grassi essenziali 7. Esistono due famiglie di acidi grassi essenziali, gli ω-6 (olio vegetale) e gli ω-3 (olio di semi di soia, olio di semi di lino, olio di pesce) ed è importante che siano in equilibrio. I primi segni delle carenze di acidi grassi sono un mantello secco, arruffato e opaco. Esiste una buona evidenza nelle altre specie (e alcuni sospetti nei gatti), che gli acidi grassi ω-3 a catena lunga (EPA e DHA) dell’olio di pesce contribuiscano a mantenere sano il sistema immunitario e la funzione cognitiva (ad es. apprendimento, memoria), a ridurre i processi infiammatori (come quelli osservati nell’osteoartrite e nella dermatite), a rallentare la progressione della nefropatia e che possano essere utili nella prevenzione del diabete mellito e del cancro 6 15 18. Gli acidi grassi ω-3 a catena corta (acido α-linolenico) come quelli presenti nell’olio di semi di lino, non possono essere convertiti a EPA e DHA nel gatto (l’efficienza di questa conversione è veramente limitata nel cane) 7. L’acido gamma-linoleico (olio di borragine, olio di primula) sebbene sia un acido grasso ω-6, ha inoltre un utile effetto antinfiammatorio attraverso la via della prostaglandina-1.
Proteine
In passato, veniva comunemente raccomandato di limitare l’apporto proteico nei gatti anziani in base alla falsa credenza che ciò avrebbe aiutato a proteggere la funzione renale. Tuttavia, le ricerche hanno mostrato che la restrizione proteica è inutile nei gatti anziani, anche nel caso della nefropatia allo stadio iniziale 18 19. La restrizione del fosforo alimentare e l’integrazione con EPA/DHA hanno mostrato di essere i fattori più importanti per rallentare la progressione della nefropatia 18. Nel cane, si è scoperto che i fabbisogni proteici aumentano con l’età 1. Mancano dati analoghi nel gatto ma data la loro natura di carnivori stretti, i requisiti proteici alimentari sono assai maggiori nei gatti di tutte le età 7. Anche la qualità delle proteine deve essere tenuta presente. Proteine a bassa digeribilità promuovono la flora proteolitica del colon (la cosiddetta “flora cattiva”, come il Clostridium perfringens, ecc.), rendono molli le feci e ne favoriscono il cattivo odore. Contrariamente alle credenze comuni, alcune proteine vegetali come ad esempio il glutine di grano, quello di mais, gli isolati e gli idrolisati proteici di soia, sono molto digeribili e la loro composizione aminoacidica viene facilmente bilanciata dalla scelta oculata degli ingredienti; inoltre, hanno un contenuto in fosforo ridotto. Sono quindi le proteine più indicate nelle diete dei gatti senior.
Fibre alimentari
Le fibre alimentari sono fondamentali per la salute del tratto gastrointestinale 7. Esse contribuiscono alla regolazione del transito, sebbene quantità eccessive (> 25%) di fibre insolubili (non fermentescibili) possano promuovere la stipsi nel gatto anziano. Le fibre alimentari contribuiscono al senso di sazietà e riducono l’apporto energetico nei gatti che tendono a essere in sovrappeso (Figura 5) 20. Le fibre fermentescibili, chiamate anche prebiotici (ad es. polpa di barbabietola, polpa di cicoria e frutto-oligosaccaridi) promuovono una flora sana e la produzione di acidi grassi a catena corta, soprattutto butirrato, una fonte energetica importante per i colonociti. Uno studio recente ha indicato che una combinazione di fibra prebiotica, acido linoleico, EPA/DHA e antiossidanti promuoverebbe la longevità nei gatti anziani, mantenendo meglio il peso corporeo, la massa corporea magra, la conta eritrocitaria e lo spessore della cute 6. Il livello di fibra alimentare varia notevolmente, a seconda della densità energetica desiderata della dieta (15-90 g/1000 Kcal EM).
Minerali
Dato che la restrizione del fosforo ha mostrato di rallentare la progressione della nefropatia e che la prevalenza di quest’ultima è molto alta nei gatti anziani, viene spesso consigliato di ridurre il livello di fosforo ai livelli minimi raccomandati (1,25-2 g/1000 Kcal) nelle diete per gatti senior 1 18: quindi il rapporto calcio:fosforo dovrebbe essere bilanciato di conseguenza. È stato recentemente suggerito che i livelli di sodio alimentare (2,5-3 g Na/1000 Kcal) che stimolano la diuresi potrebbero promuovere la progressione della nefropatia 21. La letteratura disponibile pubblicata nelle riviste riconosciute a livello internazionale (peer-reviewed journals) non conferma tuttavia questa rivendicazione. Su cinque documenti scientifici che indagavano l’associazione fra apporto di sodio e progressione della nefropatia nel gatto e nel cane, quattro non hanno scoperto alcuna associazione 21 22 23 24 25 e la rivendicazione che una dieta a elevato contenuto in NaCl sia associata con il declino progressivo della funzione renale 26 è stata oggetto di dibattito.
L’ipocaliemia è comune nei gatti anziani, soprattutto quelli nefropatici. I livelli dietetici di potassio non devono quindi essere troppo vicini a quelli minimi raccomandati, soprattutto se la dieta è acidificante. I calcoli di ossalato di calcio (CaOx) sono più comuni nei gatti anziani. La fisiopatologia del CaOx è ancora scarsamente conosciuta 27. Si è visto che il pH urinario era un fattore predittivo debole per la saturazione urinaria di CaOx 27 28 ma promuovere la diluizione urinaria fornendo cibo umido e/o aumentando il sodio alimentare (2,5-3 g/1000 Kcal) è un sistema efficiente per ridurre la saturazione di CaOx 27.
Vitamine
Il danno ossidativo ha un ruolo importante in molte malattie associate all’invecchiamento, come ad esempio artrite, cancro, malattie cardiovascolari e neurologiche. Una notevole evidenza nei pazienti umani e negli animali, suggerisce che gli antiossidanti possano fornire una certa protezione contro lo stress ossidativo e i normali processi dell’invecchiamento 1 6. Gli studi sugli antiossidanti nel gatto hanno segnalato effetti benefici sui marcatori dello stato ossidativo. È quindi ragionevole raccomandare quantità aumentate di nutrienti antiossidanti. L’integrazione con una combinazione di antiossidanti (ad es. Vitamina C ed E, taurina, luteina, polifenoli) è da preferire, dato che hanno un’azione sinergica e agiscono in aree cellulari differenti. Dato che sono necessari per la sintesi degli enzimi e dei substrati chiave nelle vie antiossidative, sembrerebbe prudente fornire adeguati apporti di proteine e oligoelementi nelle diete per i gatti anziani.
Altri nutrienti
Numerosi nutrienti non essenziali sono stati raccomandati nelle diete dei gatti anziani; fra queste la L-carnitina dato che promuove l’ossidazione del grasso. L’osteoartrite è molto frequente nei gatti anziani: tuttavia i segni clinici vengono difficilmente riconosciuti dai proprietari 30 e, anche prescindendo dalla prescrizione veterinaria, l’integrazione alimentare potrebbe essere molto utile per il gatto. Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco, recentemente completato, sostiene l’effetto positivo di una miscela di cozze verdi della Nuova Zelanda, glucosamina e condroitina solfato, oltre a EPA/DHA, sulla capacità di sostenere attività fisica, sia percepita che obiettiva, dei gatti con osteoartrite 31.
Le raccomandazioni nutrizionali del gatto anziano sano, tengono quindi conto degli specifici requisiti della specie felina, promuovono il mantenimento di una condizione corporea ottimale, regolano e/o forniscono nutrienti che aiutano a prevenire o rallentare la progressione delle malattie associate all’invecchiamento.
Vincent Biourge
Il Dr. Biourge ha conseguito la laurea presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Liegi (Belgio) nel 1985 Scopri di più
Denise Elliott
La Dr.ssa Elliott ha conseguito la laurea in medicina veterinaria dall’University of Melbourne nel 1991. Scopri di più
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