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Veterinary Focus

Numero 31.3 Nutrizione

Falsi miti della nutrizione del gatto

Pubblicato il 27/07/2022

Scritto da Karolina Hołda

Disponibile anche in Français , Deutsch , Polski , Português , Español , English e 한국어

Esistono numerose leggende sull’alimentazione corretta o scorretta del gatto per garantire uno stile di vita adeguato; questo articolo punta a sgombrare il campo da alcune imprecisioni!

L’uso quotidiano di un puzzle alimentare darà al gatto una stimolazione mentale

Punti chiave

Il modo migliore per sostenere l’igiene orale nei gatti consiste nel combinare metodi attivi e passivi; un tipico alimento secco di mantenimento per animali fornisce di per sé benefici limitati o nulli.


La carne di maiale è una fonte appropriata di proteine e grassi per l’alimentazione felina e, purché sia cotta, non ci sono controindicazioni nell’includerla nell’alimento.


Evitare di dare ai gatti fuoripasto e soprattutto avanzi della tavola; gli snack non dovrebbero costituire più del 10% della razione giornaliera di un animale. 


L’alimentazione ad libitum nei gatti non è raccomandata; al contrario, il proprietario dovrebbe misurare le porzioni e fornire molti piccoli pasti a intervalli regolari durante il giorno.


Introduzione

I gatti sono tra le creature che più comunemente si possono trovare nelle leggende e nel folclore, dove sono spesso ritratti con natura misteriosa e infida. Non è quindi forse sorprendente che ci siano molti racconti sconcertanti, mezze verità, e veri e propri falsi miti riguardo alle loro esigenze alimentari nella vita reale. Questo breve articolo affronta alcuni falsi miti sulla nutrizione di uno dei nostri animali preferiti.

Karolina Hołda

Gli alimenti riservati all’uomo non possono e non devono certamente costituire la base dell’alimentazione di un animale. Nel caso di un proprietario che intenda dare a tutti i costi al proprio gatto qualcosa “dal suo piatto”, il Medico Veterinario dovrebbe raccomandare che quel cibo non contenga ingredienti tossici e che tutti i fuoripasto siano forniti con moderazione.

Karolina Hołda

FALSO MITO: gli alimenti secchi puliscono i denti

Si crede spesso che fornire alimenti secchi riduca la quantità di placca e tartaro sui denti del gatto, e offra vantaggi significativi per quanto riguarda l’igiene orale rispetto agli alimenti umidi. Certamente, masticare crocchette o croccantini duri sembra pulire i denti; quando l’animale mastica alimenti secchi, le crocchette si rompono e si sbriciolano, causando una leggera pulizia meccanica. Inoltre, le crocchette lasciano nella bocca meno residui alimentari, nutrimento per batteri orali, e la placca si accumula più lentamente. Tuttavia, molti animali a cui vengono offerti alimenti secchi hanno ugualmente un accumulo abbondante di placca e tartaro e presentano malattia periodontale 1,2; quindi, l’evidenza relativa ai benefici della nutrizione con alimenti secchi può essere poco chiara.

Uno studio ha mostrato che animali da compagnia nutriti con alimenti morbidi avevano più spesso gengivite e placca rispetto a quelli che ricevevano prodotti alimentari più duri 3. Un altro studio che ha contrapposto alimentazione casalinga e commerciale (umida e/o secca) ha evidenziato che nutrire i gatti con alimentazione casalinga aumentava la probabilità di causare problemi di salute orale, e ha segnalato che offrire alimenti commerciali (rispetto ad un’alimentazione casalinga) portava un beneficio significativo quando gli alimenti secchi costituivano almeno una parte del pasto 4. Un altro studio ha inoltre dimostrato una diminuzione nei livelli di malattia periodontale e tartaro, come pure una riduzione della linfoadenopatia, in gatti che avevano ricevuto un alimento secco rispetto a pasti morbidi (preparati in casa o commerciali) 5. Ciononostante, altri casi clinici hanno mostrato che, in termini di accumulo di placca e tartaro, gli alimenti umidi hanno un effetto simile a quelli secchi 1,6. È importante notare che gli alimenti secchi commerciali vengono generalmente frammentati ai margini degli incisivi, e questo li rende minimamente o per nulla utili nel migliorare l’igiene orale, perché lascia inalterati i depositi di placca e tartaro ai margini gengivali e nelle aree sottogengivali (cioè, le regioni più importanti per la salute dentale) 7,8.

Dato che due terzi dei gatti d’età superiore ai due anni mostrano segni di malattia periodontale 5, sono stati sviluppati alcuni alimenti secchi commerciali per gatti adulti che dimostrano una migliore capacità di pulizia orale rispetto ai classici alimenti secchi di mantenimento. Hanno infatti una consistenza che massimizza il contatto con i denti, e le crocchette hanno forme, dimensioni e texture che contribuiscono a ridurre il rischio di sviluppare placca e tartaro 9. Molti contengono anche ingredienti che contribuiscono attivamente a ridurre il rischio di accumulo di placca e tartaro, e i prodotti approvati dal VOHC®* hanno un beneficio comprovato per la salute orale.

* Veterinary Oral Health Council

Gli alimenti formulati per supportare la salute dentale, così come gli integratori e gli snack per la pulizia dei denti, sono considerati una forma passiva di igiene orale, rispetto ai metodi che forniscono un’igiene orale attiva, dove il proprietario rimuove la placca spazzolando i denti e/o applicando gel alla cavità orale. I soli metodi passivi non potranno mantenere clinicamente sana la gengiva, perché gli animali non usano tutti i denti quando masticano; inoltre, anche per i denti che entrano a contatto con il prodotto, nell’azione masticatoria non è coinvolta l’intera superficie di ogni dente, quindi molte aree all’interno della bocca vengono trascurate. Infatti, l’azione passiva della masticazione dentale è più efficace sui premolari, perché l’animale usa principalmente questi denti per mordere (Figura 1), mentre i metodi attivi sono più efficaci su incisivi e canini, perché il proprietario trova più facile intervenire sui denti anteriori 10

Un gatto che approccia un prodotto per favorire la masticazione userà principalmente i premolari

Figura 1. Un gatto che approccia un prodotto per favorire la masticazione userà principalmente i premolari.
Crediti: Shutterstock

Il metodo migliore per mantenere l’igiene orale è ancora quello di spazzolare i denti tutti i giorni, poiché riduce la quantità di placca batterica, anche se può essere una sfida notevole per molti proprietari (Figura 2). Anche se l’idea che gli alimenti secchi aiutino a pulire i denti è attraente, quasi tutti gli alimenti secchi di mantenimento da soli non riducono significativamente il rischio di malattia periodontale. Alcuni prodotti possono avere benefici, ma devono essere prodotti che puliscono anche le aree sottogengivali, e quando si raccomandano alimenti con un focus dentale ai proprietari è meglio scegliere quelli che soddisfano gli alti requisiti del Veterinary Oral Health Council (VOHC®11. In definitiva, il modo migliore per mantenere l’igiene orale di un gatto consiste nel combinare metodi attivi e passivi, assieme a regolari cure odontoiatriche veterinarie, e tutto ciò inizia con un’eccellente comunicazione tra il Medico Veterinario e il proprietario del gatto!

Lo spazzolamento quotidiano dei denti è un metodo attivo per mantenere una valida igiene orale

Figura 2. Lo spazzolamento quotidiano dei denti è un metodo attivo per mantenere una valida igiene orale.
Crediti: Philippe Hennet

FALSO MITO: i gatti non devono mangiare carne di maiale

La carne di maiale è una buona fonte di proteine e aminoacidi essenziali, eppure esiste un falso mito comune secondo cui non andrebbe offerta ai gatti. Non c’è dubbio che la carne di maiale abbia un contenuto elevato di grassi, quindi occorre tenerne conto se la si usa come base della dieta. È una componente comune negli alimenti commerciali, sia secchi che umidi, in forma di carne, pelle, grasso, frattaglie o farina, utile come fonte proteica concentrata. La cattiva reputazione della carne di maiale è legata principalmente a un virus della famiglia Herpesviridae che causa la malattia di Aujeszky (anche nota come pseudorabbia). È una malattia infettiva presente sia negli animali d’allevamento sia in quelli selvatici, principalmente nei maiali, ma i gatti (e i cani) possono contrarre la malattia mangiando carne di maiale cruda infetta 12. Gli animali colpiti sviluppano segni che sono principalmente correlati al sistema nervoso: paresi, paralisi, e prurito grave con conseguente autolesionismo. Mentre l’uomo non è sensibile all’infezione da questo virus, la malattia è purtroppo fatale nel gatto.

Il controllo della malattia di Aujeszky è generalmente effettuato dal servizio veterinario nazionale di un paese, con un monitoraggio continuo degli allevamenti di suini effettuato prelevando campioni di sangue randomizzati per i test. Oggi, il numero di focolai epidemici segnalati è in costante diminuzione e molte regioni europee sono state ufficialmente dichiarate libere dalla malattia. Tuttavia, secondo l’European Advisory Board on Cat Diseases 13, è possibile che l’incidenza dell’infezione da malattia di Aujeszky nel cinghiale selvatico sia alta nell’Europa occidentale (Figura 3), e il virus viene ancora sporadicamente identificato nei cani da caccia, anche se questo non rappresenta di per sé un rischio aumentato che il virus contamini gli alimenti per gatti.

È importante cuocere tutta la carne di maiale prima del consumo, perché questo distrugge il virus e rende la carne sicura. Tuttavia, l’autrice sconsiglia di nutrire i gatti con prodotti a base di carne di maiale destinati all’uomo; questo perché prosciutto, salsicce e salumi, anche se prodotti con carne di maiale cotta, hanno solitamente un contenuto elevato di grassi, e contengono sostanze quali nitrito di sodio e fosfati, potenzialmente dannosi per gli animali. I prodotti di origine animale lavorati che finiscono sulla tavola dell’uomo non sono uno spuntino sano per un gatto.

Il cinghiale è comune in alcune parti dell’Europa occidentale e può servire da serbatoio per il virus di Aujeszky

Figura 3. Il cinghiale è comune in alcune parti dell’Europa occidentale e può servire da serbatoio per il virus di Aujeszky.
Crediti: Shutterstock

FALSO MITO: servire alimenti destinati all’uomo non è dannoso per i gatti

La maggior parte dei proprietari sa che alcuni alimenti destinati all’uomo possono essere tossici per cani e gatti; ad esempio, le cipolle e l’aglio (spesso usati nella preparazione delle salse), o l’uva passa e il cioccolato che, seppure spesso mangiati dall’uomo, possono essere tossici e persino fatali per gli animali. La nutrizione con avanzi della tavola è sconsigliata anche per altri motivi. Gli alimenti destinati all’uomo sono solitamente conditi (con sale, pepe o spezie), e gli alimenti lavorati pronti per il consumo (come notato sopra) contengono nutrienti e sostanze che possono influenzare negativamente la salute animale. Inoltre, gli alimenti destinati all’uomo sono solitamente più ricchi di grassi, ipercalorici e sbilanciati se rapportati ai fabbisogni nutrizionali del gatto. Gli alimenti destinati all’uomo non possono e non devono sicuramente costituire la base alimentare di un animale. Se un proprietario vuole davvero dare al suo gatto qualcosa “dal suo piatto”, il Medico Veterinario deve chiedere di verificare che l’alimento non contenga ingredienti tossici e che tali alimenti siano forniti con moderazione. È importante raccomandare che il numero di snack tra i pasti non superi il 10% della dose calorica giornaliera, perché altrimenti questo porterà rapidamente ad un aumento di peso; inoltre, un eccesso di fuoripasto provocherà uno squilibrio alimentare, che può causare carenze o eccessi di singoli nutrienti.

Il proprietario deve essere consapevole del fatto che gli alimenti destinati all’uomo non sono raccomandati anche per motivi comportamentali. Quando i gatti imparano che possono ottenere qualcosa di gustoso dal proprietario, finiranno per mendicare e/o rifiutare di mangiare il loro alimento nella speranza di ottenere qualcosa di diverso. Qualsiasi membro della famiglia può purtroppo assumere inavvertitamente un comportamento scorretto, che incoraggia questa caratteristica: ad esempio, un bambino o un anziano potrebbe nutrire il gatto di nascosto ogni volta che aprono la porta del frigorifero per prendere il latte per il caffè o il tè (Figura 4).

I membri della famiglia possono prendere la deplorevole abitudine di nutrire il gatto di casa ogni volta che aprono il frigorifero; questo può far pensare all’animale che riceverà cibo ogni volta che sente aprire la porta

Figura 4. I membri della famiglia possono prendere la deplorevole abitudine di nutrire il gatto di casa ogni volta che aprono il frigorifero; questo può far pensare all’animale che riceverà cibo ogni volta che sente aprire la porta.
Crediti: Shutterstock

FALSO MITO: “È solo un chilo in più”

L’eccesso di peso è un fenomeno incredibilmente comune negli animali per diversi motivi, non ultimo perché i proprietari paragonano l’eccesso di peso del gatto alla propria situazione personale. Se una persona prende un chilo in più, la differenza fisiologica è minima; ma per un gatto, che pesa solitamente 5 kg, guadagnare “solo” 1 kg, significa aumentare il proprio peso corporeo del 20%, portandolo quindi ad essere classificato come obeso. Quale sarebbe l’equivalente di chilogrammi in eccesso in una persona? Se una donna che pesa circa 55 kg dovesse ingrassare del 20% si ritroverebbe con un aumento di peso di 11 kg. Una buona soluzione che contribuisce a educare il cliente consiste nell’appendere un poster nella sala da visita della clinica veterinaria, che mostra il contenuto calorico dei fuoripasto spesso somministrati ai gatti (Figura 5). Ciò consente al medico veterinario di sottolineare che, quello che potremmo considerare un “piccolo spuntino”, rappresenta in realtà un apporto calorico significativo per il gatto, e può aiutare il proprietario a capire che dare un cubetto di formaggio al proprio pet è paragonabile, ad esempio, a mangiarsi un doppio hamburger. Non si potrà mai sottolineare abbastanza che, secondo le ricerche, le cause principali dell’obesità nel gatto sono la sovralimentazione (cioè, fornire cibo ad libitum e spuntini) unita all’attività fisica inadeguata 14.

Figura 5. Contributo degli snack all’apporto energetico giornaliero.

Se un proprietario fornisce snack oltre alla quantità di alimento giornaliera, questo può aumentare in maniera significativa l’apporto calorico giornaliero, e può causare aumento di peso nell’animale, così come un rallentamento/interruzione/inversione di tendenza durante un programma di perdita di peso. La tabella qui sotto mostra i potenziali effetti degli snack sull’apporto energetico.

Crediti fotografici: Marianne Diez – Veterinary Focus Edizione speciale “Affrontare l’obesità nel gatto”

  Quantità Apporto energetico (in kcal)
Percentuale di eccesso sull’apporto energetico quotidiano*
*per un gatto di 4 kg/fabbisogno stimato 200 kcal/giorno
  2 cucchiai da 15 ml di formaggio magro 54  21%
  2 cucchiai da 15 ml di yogurt 41  16%
  100 ml di latte intero 58  23%
 
25 g di panna 96  38%
  25 g di tonno in scatola 28  11%
  43 g di patè di fegato 154  61%
  25 g di fegato 30  12%
  30 g di grasso del prosciutto 255  101%
  60 g di formaggio spalmabile grasso 62  25%

 

FALSO MITO: un gatto deve avere accesso costante al cibo

Molti gatti hanno a disposizione alimenti secchi che vengono lasciati nella ciotola per tutto il giorno (spesso senza misurarli adeguatamente), con gli alimenti umidi forniti in aggiunta in certi momenti. Questo è dovuto solitamente all’impossibilità logistica dei proprietari di fornire al gatto molti piccoli pasti al giorno. Purtroppo, questo metodo di alimentazione significa che il proprietario non può controllare adeguatamente quanto alimento ingerisce il gatto. Gli alimenti secchi sono un prodotto a concentrazione energetica elevata, quindi un piccolo volume di crocchette fornisce moltissime calorie. Molti proprietari sperano che il loro gatto capisca “quanto deve mangiare”; tuttavia, nella maggior parte dei casi, i gatti mangiano più del necessario, e l’eccesso di energia è una concausa dell’aumento di peso 15. Inoltre, molti gatti mangiano più del dovuto a causa della monotonia, poiché i loro proprietari non forniscono un ambiente abbastanza stimolante o un gioco attivo.

Gli alimenti secchi non sono sovrapponibili alla consistenza o al tenore calorico dell’alimento che un gatto mangerebbe in natura, dato che forniscono l’energia e i nutrienti necessari al suo fabbisogno già in una porzione relativamente piccola. Questo significa che alcuni gatti si sentiranno affamati anche dopo aver mangiato una quantità di alimento che copra i loro fabbisogni nutrizionali. La situazione cambia con gli alimenti umidi, che sono generalmente quattro volte meno calorici, poiché hanno un contenuto d’acqua intorno all’80%. Questo rende molto più difficile nutrire troppo un gatto. Inoltre, esistono anche considerazioni economiche e pratiche: gli alimenti umidi hanno un costo per caloria superiore, per cui è improbabile che i proprietari offrano più di quanto serve al gatto; infine, visto che gli alimenti umidi si alterano rapidamente, è più probabile che i proprietari servano porzioni misurate e a orari fissi nel corso della giornata.

I proprietari di gatti con tendenza all’eccesso di peso e all’obesità dovrebbero evitare l’alimentazione ad libitum, e misurare con precisione tramite bilance da cucina la quantità giornaliera di alimento, da dividere nei vari pasti. I pasti vanno serviti regolarmente (cioè, a orari fissi durante il giorno), ma non mettendoli solo nella ciotola; al contrario, si consiglia di usare quotidianamente anche giocattoli per alimentazione interattiva, perché possono contribuire a rallentare il pasto e ridurre l’apporto calorico, oltre al fatto di offrire al gatto un’utile stimolazione mentale (Figura 6).

L’uso quotidiano di un puzzle alimentare darà al gatto una stimolazione mentale

Figura 6. L’uso quotidiano di un puzzle alimentare darà al gatto una stimolazione mentale, oltre a contribuire a evitare l’apporto calorico in eccesso. 
Crediti: Shutterstock

Conclusione

I Medici Veterinari di base si imbattono molto spesso in proprietari che hanno opinioni originali su ciò che i loro gatti dovrebbero mangiare; eppure, questi proprietari seguiranno tali falsi miti nella convinzione che stanno facendo il meglio possibile per il loro gatto. Una comunicazione chiara e senza fretta tra Medico Veterinario e proprietario, unita a validi materiali didattici, può contribuire in molti casi a sfatare questi miti e promuovere una nutrizione su misura per i gatti.

Riferimenti

  1. Harvey CE, Shofer FS, Laster L. Correlation of diet, other chewing activities and periodontal disease in North American client-owned dogs. J. Vet. Dent. 1996;13:101-105.

  2. Logan EI. Dietary influences on periodontal health in dogs and cats. Vet. Clin. North. Am. Small. Anim. Pract. 2006;36:1385-1401.

  3. Watson AO. Diet and periodontal disease in dogs and cats. Aust. Vet. J. 1994;71(10):313-318.

  4. Buckley C, Colyer A, Skrzywanek M, et al. The impact of home-prepared diets and home oral hygiene on oral health in cats and dogs. Brit. J. Nutr. 2011;106(0):S124-S127.

  5. Gawor JP, Reiter AM, Jodkowska K, et al. Influence of diet on oral health in cats and dogs. J. Nutr. 2006;136:2021S-2023S.

  6. Boyce EN, Logan EI. Oral health assessment in dogs: study design and results. J. Vet. Dent. 1994;11:64-74.

  7. Westfelt E, Rylander H, Dahlen G, et al. The effect of supragingival plaque control on the progression of advanced periodontal disease. J. Clin. Periodontol. 1998;25:536-541.

  8. Niemiec BA. Periodontal therapy. Top. Companion. Anim. Med. 2008;23:81-90.

  9. Logan EI, Finney O, Herrerren JJ. Effects of a dental food on plaque accumulation and gingival health in dogs. J. Vet. Dent. 2002;19(1):15-18.

  10. Niemiec B, Gawor J, Nemec A, et al. World Small Animal Veterinary Association Global Dental Guidelines. J. Small Anim. Pract. 2020;61(7):E120-E125. 

  11. Nemec A. The VOHC® seal – what does it mean? Vet. Focus website (https://vetfocus.royalcanin.com/en/scientific/the-vohc-seal-what-does-it-mean) 2021.

  12. Thiry E, Addie D, Belák S, et al. Aujeszky’s Disease / Pseudorabies in Cats: ABCD guidelines on prevention and management. J. Feline Med. Surg. 2013;15(7):555-556.

  13. European Advisory Board on Cat Diseases Web site. Aujeszky‘s Disease – Pseudorabies in cats. Available at: http://www.abcdcatsvets.org/aujeszkys-disease-pseudorabies/ Accessed April 30, 2021

  14. Kienzle E, Bergler R. Human-animal relationship of owners of normal and overweight cats. J. Nutr. 2006;136(7):1947S-1950S.

  15. Rowe E, Browne W, Casey R, et al. Risk factors identified for owner-reported feline obesity at around one year of age: dry diet and indoor lifestyle. Prev. Vet. Med. 2015;121(3-4):273-281.

Karolina Hołda

Karolina Hołda

La Dr.ssa Hołda ha conseguito la laurea presso la facoltà di Scienze della Vita di Varsavia, in Polonia, quindi ha proseguito gli studi presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Ghent Scopri di più

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