Una rivista dedicata ai Medici Veterinari con contenuti provenienti da tutto il mondo
Veterinary Focus

Numero 26.1 Apparato gastrointestinale

Diarrea dello svezzamento nei cuccioli

Pubblicato il 12/03/2021

Scritto da Aurélien Grellet

Disponibile anche in Français , Deutsch , Română , Español , English e ภาษาไทย

Le malattie gastrointestinali sono alcuni dei problemi più frequenti segnalati nei cani, con i cuccioli che hanno un rischio di diarrea superiore rispetto agli animali adulti; circa il 10-25% di tutti i cuccioli finisce per avere problemi digestivi nel primo anno di vita. 

Diarrea dello svezzamento nei cuccioli

Key points

La diarrea dello svezzamento è un fenomeno complesso con origini multifattoriali. Varie cause infettive e non infettive possono danneggiare allo stesso tempo e sinergicamente la salute del tratto gastrointestinale.


Il parvovirus canino di tipo 2 è uno dei principali agenti coinvolti nella diarrea dello svezzamento. Anche se può causare segni sistemici gravi, il virus può limitarsi ad alterare la qualità delle feci senza compromettere lo stato di salute generale.


Il parvovirus canino di tipo 2 è uno dei principali agenti coinvolti nella diarrea dello svezzamento. Anche se può causare segni sistemici gravi, il virus può limitarsi ad alterare la qualità delle feci senza compromettere lo stato di salute generale.


 

Introduzione

Le malattie gastrointestinali sono alcuni dei problemi più frequenti segnalati nei cani 1 2 3, con i cuccioli che hanno un rischio di diarrea superiore rispetto agli animali adulti; circa il 10-25% di tutti i cuccioli finisce per avere problemi digestivi nel primo anno di vita 4 5. Questo articolo punta a valutare i fattori che possono influenzare la salute dell’apparato digerente del cucciolo e discutere le procedure che contribuiscono a gestire e prevenire questo problema.
 

 

Lo svezzamento: una fase critica

Lo svezzamento è una fase critica per i cuccioli. Dal punto di vista digestivo, passare dal latte al cibo solido comporta modifiche nell’architettura della mucosa digerente (profondità aumentata delle cripte intestinali), nel trasporto dei nutrienti, nell’attività enzimatica (attività ridotta della lattasi e attività aumentata di amilasi e lipasi) e nella flora intestinale (riduzione dei batteri aerobi). Allo stesso tempo, i cuccioli attraversano una fase di gap immunitario allorché sono refrattari alla vaccinazione, causa la persistenza degli anticorpi materni 6 ma sono già suscettibili alle infezioni, in particolare quelli gastrointestinali. Inoltre, separare un cucciolo dalla madre provoca notevole stress che può influire sul metabolismo, il sistema immunitario e la funzione intestinale. Tutti questi fenomeni possono spiegare la maggiore prevalenza della diarrea nei cuccioli rispetto agli adulti.

Diarrea dello svezzamento: i rischi

La diarrea dello svezzamento è al contempo un problema per i cuccioli e un rischio per la salute pubblica. La diarrea può ridurre i tassi di crescita e aumentare il rischio di mortalità 7; i problemi gastrointestinali possono essere la prima causa di morte nei cani sotto un anno di età 8 ed è quindi essenziale trattare rapidamente ed efficacemente tutti gli animali che presentano un disturbo digestivo.

Inoltre, i disturbi digestivi rappresentano anche un rischio per la salute pubblica; alcuni degli agenti infettivi escreti dai cuccioli con diarrea sono potenzialmente zoonotici, ad esempio, Giardia duodenalis e Toxocara canis 9. È pertanto cruciale il ruolo del veterinario, sia per prevenire che per curare queste diarree.

Definizione della diarrea

Oltre a un’analisi soggettiva per stabilire cosa potrebbero essere classificate come “feci molli”, la prima difficoltà è definire cosa s’intenda in realtà per feci anomale. La qualità delle feci può essere valutata utilizzando il “punteggio fecale del cucciolo” (Figura 1), una scala visiva di 13 punti dove 1 = feci liquide e 13 = feci formate e molto secche 7. Questa scala è diversa da quella utilizzata negli adulti. È necessario considerare le variazioni fisiologiche per definire un punteggio fecale anomalo.
 

Figura 1: Sistema di punteggio fecale per i cuccioli

 

I cuccioli di grossa taglia (> 25 kg da adulti) producono feci che sono più molli rispetto a quelle prodotte da cuccioli di taglia inferiore e i cuccioli giovani (4-5 settimane d’età) producono feci significativamente più molli rispetto cuccioli di età superiore. Quindi, la soglia del punteggio fecale che definisce le feci patologiche varia con la taglia e l’età di un animale e può essere definita come ≤ 5 per i cuccioli delle razze di grossa taglia, ≤ 6 per i cuccioli delle razze di piccola taglia a 4-5 settimane d’età e ≤ 7 per i cuccioli delle razze di piccola taglia a 6-8 settimane d’età 7.

Un approccio sistemico al problema

La diarrea dello svezzamento è un fenomeno complesso, per vari motivi. In primo luogo, i cuccioli sono spesso infettati da diversi agenti (Tabella 1) ma la presenza di un enteropatogeno non è sempre associata ai segni di un problema gastrointestinale. Infatti, il 18-54% dei cani può espellere parassiti o virus senza sviluppare segni clinici 5 10 11.

 
Tabella 1. Diversi studi hanno identificato i principali agenti infettivi gastrointestinali nei cuccioli e la prevalenza di ogni agente 
5 21 22.
Agenti patogeni  Età della popolazione studiata Numero di cuccioli nello studio Prevalenza (%)
Parvovirus canino di tipo 2 5-8 settimane di età 266 14,7
Coronavirus canino 5-8 settimane di età 266 20,3
Toxocara canis 5-8 settimane di età
Vari*
< 3 mesi di età
266
143
2661
22,2
12
12
Complesso Cystoisospora ohioensis 5-8 settimane di età
< 3 mesi di età
266
2661
25,6
15,6
Cystoisospora canis 5-8 settimane di età
< 3 mesi di età
266
2661
13,2
11,8
Cystoisospora spp. Vari* 143 9
Giardia duodenalis 5-8 settimane di età
Vari*
< 3 mesi di età
266
143
2661
41
34
37,5
Cryptosporidium parvum 5-8 settimane di età 266 25,9

* Cuccioli in negozi di animali, quindi intervallo di età variabile

In secondo luogo, ogni dato enteropatogeno non induce sempre gli stessi segni clinici in tutti i cuccioli. La patogenicità di un agente infettivo e il suo impatto clinico dipendono dall’età e dallo stato immunitario del cucciolo, così come dal ceppo dell’enteropatogeno 12 13. Ad esempio, il parvovirus canino (CPV) è classicamente considerato un agente che provoca diarrea nei cuccioli, causando segni sistemici gravi (vomito, anoressia, prostrazione, disidratazione) e persino la morte, in alcuni casi. Tuttavia, in alcuni cuccioli, il virus può limitarsi ad alterare la qualità delle feci senza influire sulle condizioni generali dell’animale o non produrre segni clinici di sorta 5. Analogamente, i coronavirus possono causare una varietà di segni clinici ed è stato recentemente identificato un nuovo ceppo di questo virus (coronavirus pantropico) che sembra causare una malattia clinica molto più grave, inclusa la morte in alcuni casi. Anche la coccidiosi può causare disturbi enterici ma con gradi variabili; il complesso Cystoisospora ohioensis può produrre disturbi digestivi negli animali molto giovani (< 7 giorni d’età) ma non colpisce i cuccioli allo svezzamento, mentre C. canis induce i segni clinici principalmente nei cuccioli allo svezzamento e, più in particolare, dopo uno stress (ad esempio, l’affido al nuovo proprietario) 14.

In terzo luogo, sono frequenti le coinfezioni e le interazioni tra enteropatogeni. Uno studio su 316 cuccioli con diarrea ha rivelato che il 75% di questi aveva più di un agente infettivo (Figura 2) 5. Alcuni di questi agenti infettivi possono interagire e amplificare la gravità dei segni clinici; ad esempio, il coronavirus aggrava i segni clinici durante la coinfezione con CPV di tipo 2 15.

Figura 2. Frequenza delle coinfezioni nei cuccioli con diarrea in prossimità dello svezzamento.

Infine, vengono regolarmente identificati nuovi enteropatogeni. Recentemente sono stati isolati vari virus e parassiti gastrointestinali canini (ad esempio astrovirus 16, norovirus 17 e tricomonadi 18 19). Nonostante la forte prevalenza nei cuccioli (5-23% a seconda del patogeno e dell’origine degli animali), il loro ruolo nella diarrea dello svezzamento deve ancora essere stabilito 16 18 20 e la maggior parte degli studi su questi agenti infettivi non ha preso in considerazione le eventuali coinfezioni.

A differenza di alcuni disturbi che possono essere considerati in modo semplicistico (cioè, un agente = una malattia), la diarrea dello svezzamento è un fenomeno biologico complesso che richiede un approccio “sistemico”. Le diarree dello svezzamento sono essenzialmente influenzate da una triade costituita da:

  • L’ospite (età, genetica, immunità locale e sistemica)
  • L’agente patogeno (virulenza, ceppo, dose)
  • L’ambiente (densità demografica, stress, livelli di igiene, temperatura/umidità). Tutto ciò richiede un approccio multidisciplinare che deve valutare tre importanti fattori: nutrizione, enteropatogeni causali e ambiente (Figura 3).
Figura 3. Valutazione e gestione della diarrea dello svezzamento nei cuccioli.

Valutazione nutrizionale

Dal punto di vista nutrizionale, è necessaria un’anamnesi completa del caso. È particolarmente importante interrogare il proprietario per quanto riguarda:

  • I prodotti alimentari consumati, al fine di valutare la qualità (alcuni casi di diarrea dello svezzamento sono legati all’ingestione di carne cruda contaminata da Salmonella enterica 23);
  • Il numero di pasti forniti (dividere la razione alimentare in 4 porzioni giornaliere può ridurre il rischio di diarrea nei cuccioli giovani 5);
  • La quantità di cibo fornito (si deve evitare la sovralimentazione) e la sua qualità (alta digeribilità).

Valutazione degli enteropatogeni

È anche importante identificare se l’animale sta espellendo uno o più enteropatogeni e in che quantità. Il colore delle feci dell’animale può contribuire a identificare i patogeni responsabili della diarrea. Ad esempio, la giardiasi causa atrofia parziale dei villi intestinali e una riduzione nell’attività della disaccaridasi, con conseguente riduzione nell’assorbimento del cibo e steatorrea; le feci possono assumere un colore giallo (Figura 4) e si può osservare coprofagia (l’aumento del contenuto lipidico rende le feci più appetibili). La presenza di feci non formate contenenti sangue e muco può indicare la coccidiosi (Figura 5); in alternativa, può capitare di vedere i parassiti a occhio nudo nella diarrea (Figura 6).

Figura 4. Feci giallastre con elevato contenuto di grassi possono suggerire un’infezione da Giardia. © Aurélien Grellet

 

Figura 5. Feci non formate contenenti sangue e muco possono indicare una coccidiosi. © Aurélien Grellet

 

Figura 6. In alcuni casi di diarrea può capitare di scorgere a occhio nudo parassiti come ad esempio i nematodi. © Aurélien Grellet

 

Tuttavia, queste differenze non consentono una diagnosi definitiva e richiedono test supplementari. Possono essere utili varie opzioni, tra cui microscopia, ELISA e PCR, da impiegare in base alle disponibilità finanziarie del proprietario, nonché all’esperienza e ai sospetti clinici del veterinario. La valutazione microscopica delle feci è utile se si sospettano parassiti ma il campione da analizzare deve essere fresco e non palesemente liquido (in particolare per la ricerca dei protozoi). È possibile che gli agenti causali vengano eliminati in modo intermittente, quindi i test vanno ripetuti per più di 3 giorni consecutivi considerato che un singolo test negativo ha scarso valore. Qualora siano colpiti una cucciolata o un gruppo di cuccioli, si possono eseguire test collettivi su pool di campioni fecali, così da limitare i risultati falsi negativi legati al periodo prepatente e all’escrezione intermittente dei parassiti. Sono disponibili vari kit commerciali per identificare alcuni parassiti (ad esempio, Giardia spp.) e tali test sono relativamente economici, rapidi e non richiedono materiali specifici per il prelievo. Tuttavia, tali test consentono solo l’identificazione di un agente infettivo alla volta, il che può essere limitante quando sono presenti più enteropatogeni.

Si deve sempre sospettare il CPV nei casi di diarrea dello svezzamento o morte improvvisa in un cucciolo ed è indispensabile accertare l’eventuale presenza del virus a prescindere dallo stato vaccinale dell’animale.

I test ELISA sono semplici e rapidi, con specificità elevata ma sensibilità variabile (18-82% 24 25 26) che è collegata al carico virale escreto. I risultati falsi negativi sono comuni in presenza di bassi livelli di escrezione virale e un risultato negativo non esclude l’infezione da parvovirus. Esiste inoltre un rischio di falsi positivi se il test viene eseguito pochi giorni dopo la vaccinazione, anche se il risultato è di solito meno definitivo rispetto a quando si testa un animale con parvovirosi in atto. I test PCR in tempo reale hanno migliore sensibilità e specificità e sono il metodo elettivo per la diagnosi di CPV, poiché riescono a distinguere l’escrezione post-vaccinale (carico virale basso-molto basso) dalla malattia clinica (carico virale solitamente alto-molto alto).

La coltura batterica fecale è raramente utile per valutare la diarrea dello svezzamento. In effetti, i batteri considerati agenti causali della diarrea sono spesso isolati in soggetti clinicamente sani. Tuttavia, se si sospettano specifici batteri patogeni si possono eseguire colture per la ricerca di certi agenti (ad esempio Salmonella spp., Campylobacter jejuni, Clostridium perfringens, e C. difficile).

Valutazione dell’ambiente

Quando si affronta un problema di diarrea dello svezzamento in un allevamento, è indispensabile effettuare una visita in loco. Se è coinvolto un gruppo di cani, non è detto che si possano risolvere tutti i problemi con un singolo trattamento ed è meglio talvolta affrontare i fattori contribuenti, piuttosto che direttamente gli agenti causali. Una visita in loco consente al veterinario di capire l’allevamento nel suo complesso, con particolare attenzione a:
 
  • Il proprietario e i metodi di allevamento impiegati
  • Gli animali e il loro ambiente (ad esempio, modalità di custodia degli animali, tipo di ricoveri impiegati, dieta offerta)
  • La gestione degli animali (riproduzione, allevamento del cucciolo)
  • Le condizioni sanitarie generali
 

Gestione della diarrea dello svezzamento

Dati i numerosi fattori che influenzano la salute dell’apparato digerente, si raccomanda un approccio globale per gestire e trattare la diarrea dello svezzamento. Seguono alcuni esempi per illustrare questo concetto.

Situazione 1: cucciolo con diarrea ma senza segni sistemici

Si raccomanda spesso di tenere a digiuno i cuccioli per 24-48 ore, prima di reintrodurre progressivamente piccole quantità di cibo nel giro di 3-7 giorni. Anche se questo protocollo non è mai stato scientificamente testato, l’approccio è spesso accettato. Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che l’alimentazione enterale durante un episodio diarroico acuto contribuisce a mantenere l’integrità del tratto digerente dell’animale, limitando la distruzione dei villi intestinali, la permeabilità intestinale e la traslocazione batterica. I cuccioli affetti da parvovirosi che ricevono un’alimentazione enterale precoce mostrano un incremento ponderale più rapido, un recupero migliore dell’appetito normale e della qualità delle feci rispetto ai cuccioli tenuti a digiuno finché non cessa il vomito 27. Alcuni Autori raccomandano una nutrizione enterale minima (che offra il 25% dei fabbisogni energetici giornalieri di mantenimento del cane con un alimento molto digeribile), al fine di limitare l’esacerbazione della diarrea, garantendo al tempo stesso gli effetti benefici dell’alimentazione enterale; tuttavia, in fin dei conti, la decisione di optare per l’alimentazione enterale è a discrezione del veterinario.

Nel caso di qualsiasi infestazione parassitaria, l’animale deve essere trattato adeguatamente e anche sottoposto a toelettatura per ridurre il carico parassitario ambientale. Sono raccomandati la pulizia dell’ambiente e l’uso di un disinfettante a base di ammonio quaternario. La terapia antibiotica quando la diarrea non è accompagnata da altri segni clinici è controversa; in realtà, va considerata solo se la mucosa intestinale è gravemente danneggiata (cioè, sangue evidente nelle feci), in presenza di una reazione infiammatoria sistemica (febbre e leucocitosi), e/o nel caso di una coprocoltura anomala.

Situazione 2: cucciolo con diarrea e altri segni clinici

In questa situazione devono essere adottate le misure sopra descritte ma l’animale va ospedalizzato. Il rischio di disidratazione e ipovolemia è considerevole ed è essenziale la fluidoterapia (preferibilmente e.v.). In presenza di diarrea profusa, il cucciolo può anche avere un’ipoglicemia secondaria a malnutrizione profonda, ipermetabolismo, funzione epatica inadeguata e/o sepsi. Nei pazienti gravemente colpiti, si può somministrare una fluidoterapia endovenosa iniziale in bolo con una soluzione isotonica di cristalloidi, seguita da un’infusione a velocità costante. Nel calcolo del volume da somministrare si deve tener conto del deficit fluidico del cucciolo, dei fabbisogni di mantenimento e delle perdite indotte dal vomito e dalla diarrea ininterrotti. Esiste un rischio di ipopotassiemia; anche se l’animale ha livelli normali di potassio all’inizio del ricovero, questi vanno ricontrollati poche ore dopo l’inizio della fluidoterapia e corretti, se necessario. Si noti che i fluidi ricchi di potassio non vanno somministrati in bolo; qualsiasi infusione di potassio non deve superare 0,5 mEq/kg/ora 28.

Situazione 3: cucciolo in allevamento da riproduzione

In questa situazione è importante gestire la diarrea dell’animale come necessario (come descritto sopra) ma anche attuare misure finalizzate a minimizzare il rischio per gli altri animali. Ciò richiede misure tanto mediche quanto igieniche. 

Il trattamento medico include la somministrazione di prodotti per sverminazione e vaccinazioni. La sverminazione dipende dagli agenti parassitari presenti nell’allevamento.Una valutazione microscopica annuale su pool di campioni fecali (da 3-5 cani) ha valore inestimabile, poiché indaga tre diverse popolazioni: stalloni e cagne in anestro, animali in gravidanza e in allattamento e cuccioli allo svezzamento (cioè, 4-8 settimane d’età). Dove convivono diverse cucciolate di età variabile, si possono eseguire esami da due pool fecali distinti allo stesso tempo; un campione da cuccioli di 4-6 settimane d’età e un altro campione da cuccioli di 6-9 settimane. Il trattamento antiparassitario dipende dai risultati e la scelta del farmaco si basa sullo spettro d’azione, la durata del trattamento, la frequenza e la facilità di somministrazione, senza contare il costo. In ogni caso, si raccomanda la sverminazione regolare contro Toxocara canis perché questo parassita ha elevata prevalenza. I cuccioli possono essere sverminati ogni quindici giorni, a partire da 2 settimane fino a 2 mesi di età; quindi mensilmente fino a 6 mesi, con la cagna che ha partorito trattata allo stesso tempo dei cuccioli.

Il regime vaccinale dipende in parte dalla singola situazione. Se sono ospitati insieme parecchi animali, il protocollo deve essere regolato, se necessario, quando vi sia un’evidenza d’infezione da CPV. Alcuni studi hanno mostrato che un vaccino monovalente contro CPV somministrato a 4 settimane d’età produce una sieroconversione superiore alla soglia protettiva nell’80% dei cuccioli 29; quindi, la vaccinazione precoce di routine dei cuccioli può ridurre l’impatto negativo di questo virus negli allevamenti da riproduzione.

Per limitare la diffusione dell’infezione e ridurre il rischio di recidiva, vanno adottate varie misure igieniche. Nell’ambito di ogni allevamento da riproduzione vanno istituite e conservate aree specifiche separate: un centro maternità/unità neonatale, una sezione di quarantena per i nuovi arrivati, un’area per gli adulti e un ospedale per isolare gli animali non appena appaiono segni di malattia. È essenziale sottolineare l’importanza della pulizia e della disinfezione per ogni area e le rispettive attrezzature ed è assolutamente necessario distinguere chiaramente tra queste due fasi ben distinte. Per pulizia s’intende l’uso di prodotti chimici o mezzi meccanici (abbattimento per via secca o lavaggio ad alta pressione con un detergente) per rimuovere i materiali organici. La maggior parte delle incrostazioni (escrementi) ha natura organica e quindi acida, per cui è consigliabile usare un detergente alcalino sei giorni su sette, impiegando un detergente acido una volta alla settimana al fine di eliminare le incrostazioni minerali (calcio). I disinfettanti vanno utilizzati solo una volta pulite e sciacquate tutte le superfici, perché la maggior parte dei disinfettanti viene inattivata dai materiali organici. La scelta dei prodotti dipende dall’agente infettivo identificato o sospetto, dalla superficie da pulire/disinfettare, dalla facilità di applicazione del prodotto e dal suo profilo di sicurezza per il personale. Anche la stabilità del disinfettante è importante, poiché alcuni prodotti come ad esempio l’ipoclorito di sodio (candeggina per uso domestico) sono instabili dopo la diluizione; per questa ragione, si raccomanda la preparazione estemporanea per questo tipo di disinfettante. Nessun prodotto è ideale per tutte le situazioni.

Nuove tecniche per valutare la salute dell’apparato digerente

Biomarcatori

Come osservato in precedenza, la diarrea dello svezzamento deriva da un’interazione complessa fra ospite, patogeno e ambiente; una recente ricerca si è concentrata su vari marcatori gastrointestinali ed ematici non invasivi, con l’obiettivo di valutare come alcuni fattori (ad esempio, stress, agenti infettivi, modifiche della dieta, alterazioni della flora intestinale) possano influenzare la salute dell’apparato digerente. Nei cuccioli sono stati valutati marcatori della permeabilità intestinale (inibitore dell’α1-proteinasi), dell’infiammazione intestinale (calprotectina fecale e proteina S100A12), della funzione enterocitaria (citrullina) e dell’immunità locale (immunoglobulina A) e gli studi iniziali sono promettenti; nei cuccioli con problemi dell’apparato digerente (in particolare CPV) sono stati trovati livelli alterati di questi marcatori e i risultati variano con l’età e/o la razza dell’animale. Dev’essere ancora determinata l’utilità di questi marcatori per scopi di diagnosi, prognosi e monitoraggio nei cuccioli con diarrea dello svezzamento ma in futuro potrebbero dare un contributo significativo nell’approccio a questo problema.

Metagenomica e metabolomica

Il microbioma dell’apparato digerente (flora intestinale) gioca un ruolo importante nella salute degli esseri viventi stimolando il sistema immunitario, influenzando la struttura del tratto digerente, partecipando alla difesa contro i principali agenti patogeni e contribuendo ai benefici nutrizionali in favore dell’ospite (ad esempio, la produzione di acidi grassi a catena corta). Studiare la diversità del microbioma batterico non è facile, dato che una semplice coltura batterica non consente di identificare l’intero spettro di microrganismi presenti nel tratto gastrointestinale di un animale. Tuttavia, nuove tecniche (basate principalmente sul sequenziamento dell’RNA16S ribosomiale batterico) permettono di identificare tutti i batteri intestinali (microbiota) e di comprendere meglio la complessità della flora dell’apparato digerente.

Parallelamente a questi studi, nuove ricerche illustrano l’interazione tra microbioma e ospite grazie all’analisi dei metaboliti batterici e dell’ospite in fluidi corporei come siero e urina. Nota come metabolomica, questa tecnica ha identificato vari problemi, tra cui una disbiosi intestinale associata a un’alterazione del profilo metabolico generale in cani adulti affetti da diarrea acuta 30 e una modifica del microbioma in cani che sono portatori sani di Giardia spp. 31. Anche se tali tecniche sono ancora nel campo della ricerca, in futuro l’analisi del microbioma e quella metabolomica potranno servire a valutare la salute dell’apparato digerente dei cuccioli in prossimità dello svezzamento.

Conclusione

La qualità delle feci del cane può essere influenzata dalle caratteristiche dell’animale stesso (razza ed età), dalla presenza di enteropatogeni (virus, parassiti, batteri) e dalla dieta (errori nella transizione alimentare o nella qualità degli alimenti). La diarrea dello svezzamento è quindi un processo complesso risultante dall’influenza e dall’interazione di diversi fattori e la gestione di questo problema richiede un approccio globale che include aspetti nutrizionali, infettivi e ambientali. Ancora più importante, la prevenzione della diarrea allo svezzamento deve sempre coinvolgere un controllo dietetico accurato; al fine di garantire una transizione armoniosa tra latte e cibi solidi, si devono offrire alimenti molto digeribili e reidratabili ed è importante razionarli per evitare la diarrea da consumo eccessivo, suddividendo la razione giornaliera in quattro piccoli pasti (di norma) per facilitare la digestione.

Ringraziamenti: L’Autore desidera ringraziare la professoressa Sylvie Chastant-Maillard per la revisione costruttiva di questo articolo.

References

  1. Freeman LM, Abood SK, Fascetti AJ, et al. Disease prevalence among dogs and cats in the United States and Australia and proportions of dogs and cats that receive therapeutic diets or dietary supplements. J Am Vet Med Assoc 2006;229(4):531-534.
  2. Jones PH, Dawson S, Gaskell RM, et al. Surveillance of diarrhoea in small animal practice through the Small Animal Veterinary Surveillance Network (SAVSNET). Vet J 2014;201(3):412-418.
  3. Hubbard K, Skelly BJ, McKelvie J, et al. Risk of vomiting and diarrhoea in dogs. Vet Rec 2007;161(22):755-757.
  4. Tupler T, Levy JK, Sabshin SJ, et al. Enteropathogens identified in dogs entering a Florida animal shelter with normal feces or diarrhea. J Am Vet Med Assoc 2012;241(3):338-343.
  5. Grellet A, Chastant-Maillard S, Robin C, et al. Risk factors of weaning diarrhea in puppies housed in breeding kennels. Prev Vet Med 2014;117(1):260-265.
  6. Day MJ. Immune system development in the dog and cat. J Comp Pathol 2007;137 Suppl 1:S10-15.
  7. Grellet A, Feugier F, Chastant-Maillard S, et al. Validation of a fecal scoring scale in puppies during the weaning period. Prev Vet Med 2012;106(3-4):315-323..
  8. Fleming, JM, Creevy KE, Promislow DE. Mortality in North American dogs from 1984 to 2004: an investigation into age-, size-, and breed-related causes of death. J Vet Intern Med 2011;25(2):187-198.
  9. Inpankaew T, Traub R, Thompson RCA, et al. Canine parasitic zoonoses in Bangkok temples. Southeast Asian J Trop Med Public Health 2007;38(2):247-255.
  10. Schulz BS, Strauch C, Mueller RS, et al. Comparison of the prevalence of enteric viruses in healthy dogs and those with acute haemorrhagic diarrhoea by electron microscopy. J Small Anim Pract 2008;49(2):84-88.
  11. Hackett T, Lappin MR. Prevalence of enteric pathogens in dogs of North-central Colorado. J Am Anim Hosp Assoc 2003;39(1):52-56.
  12. Rice JB, Winters KA, Krakowka S, et al. Comparison of systemic and local immunity in dogs with canine parvovirus gastroenteritis. Infect Immun 1982;38(3):1003-1039.
  13. Decaro N, Campolo M, Lorusso A, et al. Experimental infection of dogs with a novel strain of canine coronavirus causing systemic disease and lymphopenia. Vet Microbiol 2008;128(3-4):253-260.
  14. Lindsay DS, Dubey JP, Blagburn BL. Biology of Isospora spp. from humans, non-human primates, and domestic animals. Clin Microbiol Rev 1997;10(1):19-34.
  15. Appel MJG. Does canine coronavirus augment the effects of subsequent parvovirus infection? Vet Med 1988;360-366.
  16. Grellet A, De Battisti C, Feugier A, et al. Prevalence and risk factors of astrovirus infection in puppies from French breeding kennels. Vet Microbiol 2012;157(1-2):214-219.
  17. Ntafis V, Xylouri E, Radogna A, et al. Outbreak of canine norovirus infection in young dogs. J Clin Microbiol 2010;48(7):2605-2608.
  18. Grellet A, Polack B, Feugier A, et al. Prevalence, risk factors of infection and molecular characterization of trichomonads in puppies from French breeding kennels. Vet Parasitol 2013;197(3-4):418-426.
  19. Gookin JL, Birkenheuer, AJ, St John V, et al. Molecular characterization of trichomonads from feces of dogs with diarrhea. J Parasitol 2005;91(4):939-943.
  20. Caddy S, Goodfellow I. Complete genome sequence of canine astrovirus with molecular and epidemiological characterisation of UK strains. Vet Micro 2015;177:206-213.
  21. Stehr-Green JK, Murray G, Schantz P, et al. Intestinal parasites in pet store puppies in Atlanta. Am J Pub Health 1987;77:345-346.
  22. Barutzki D, Schaper R. Results of parasitological examinations of faecal samples from cats and dogs in Germany between 2003 and 2010. Parasitol Res 2011;109 Suppl 1:S45-60.
  23. Morley PS, Strohmeyer RA, Tankson JD, et al. Evaluation of the association between feeding raw meat and Salmonella enterica infections at a Greyhound breeding facility. J Am Vet Med Assoc 2006;228(10):1524- 1532.
  24. Markovich JE, Stucker KM, Carr AH, et al. Effects of canine parvovirus strain variations on diagnostic test results and clinical management of enteritis in dogs. J Am Vet Med Assoc 2012;241(1):66-72.
  25. Desario C, Decaro N, Campolo M, et al. Canine parvovirus infection: which diagnostic test for virus? J Virol Methods 2005;126(1-2):179-185.
  26. Schmitz S, Coenen C, Matthias K, et al. Comparison of three rapid commercial canine parvovirus antigen detection tests with electron microscopy and polymerase chain reaction. J Vet Diagn Invest 2009;21(3):344-345.
  27. Mohr AJ, Leisewitz AL, Jacobson LS, et al. Effect of early enteral nutrition on intestinal permeability, intestinal protein loss, and outcome in dogs with severe parvoviral enteritis. J Vet Intern Med 2003;17(6):791-798.
  28. Brown AJ, Otto CM. Fluid therapy in vomiting and diarrhea. Vet Clin North Am Small Anim Pract 2008;38(3):653-675,xiii.
  29. De Cramer KG, Stylianides E, van Vuuren M. Efficacy of vaccination at 4 and 6 weeks in the control of canine parvovirus. Vet Microbiol 2011;149(1-2):126-132.
  30. Guard BC, Barr JW, Reddivari L, et al. Characterization of microbial dysbiosis and metabolomic changes in dogs with acute diarrhea. PLoS One 2015;10(5);e0127259.
  31. Šlapeta J, Dowd SE, Alanazi AD, et al. Differences in the faecal microbiome of non-diarrhoeic clinically healthy dogs and cats associated with Giardia duodenalis infection: impact of hookworms and coccidia. Int J Parasit 2015;45(9-10):585-594.
Aurélien Grellet

Aurélien Grellet

Aurélien Grellet, Ricerca e Sviluppo, Royal Canin, Aimargues, Francia Scopri di più

Altri articoli di questo numero

Numero 26.1 Pubblicato il 24/03/2021

Parvovirus canino

Il parvovirus canino (CPV) è un piccolo virus sprovvisto di involucro esterno costituito da un capside sferico (composto da tre proteine VP1, VP2 e VP3)...

A cura di Nicola Decaro

Numero 26.1 Pubblicato il 19/03/2021

Il colostro canino

Il periodo neonatale è una fase di rischio importante nel cane, poiché circa il 20% dei cuccioli nati vivi, muore prima dei 21 giorni...

A cura di Sylvie Chastant-Maillard e Hanna Mila

Numero 26.1 Pubblicato il 16/03/2021

Anestesia per il taglio cesareo nel cane

L’obiettivo principale dell’anestesia nel taglio cesareo è minimizzare gli effetti fetali degli anestetici per minimizzare la depressione fetale a carico dell’apparato respiratorio...

A cura di Bonnie Hay Kraus