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Veterinary Focus

Numero 34.2 Nefrologia

Nefropatia cronica nei gatti asintomatici

Pubblicato il 05/02/2025

Scritto da Luciano H. Giovaninni e Cinthia Ribas Martorelli

Disponibile anche in Français , Deutsch , Español e English

La nefropatia cronica (CKD) riduce la longevità e la qualità di vita, e la diagnosi precoce consente di adottare terapie capaci di ritardarne la progressione; questo articolo discute quanto possa essere comune la CKD nei gatti asintomatici.

Striscia reagente utilizzata per misurare la proteinuria.

Punti chiave

La nefropatia cronica (CKD) è una causa importante di morbilità e mortalità nei gatti ed è quindi essenziale effettuare una diagnosi precoce della condizione.


La CKD felina non è limitata ai gatti anziani, e alcuni animali potrebbero non mostrare i segni clinici della disfunzione renale.


Un recente studio su 32 gatti asintomatici ha rilevato che il 93,75% aveva livelli elevati di creatinina, mentre il 68,7% mostrava anche anomalie all’ecografia renale.


Testare i gatti asintomatici per la CKD consente la diagnosi precoce della condizione e l’introduzione di strategie di trattamento proattive per ritardare la progressione della malattia.


Introduzione

La nefropatia cronica (CKD) è una causa importante di morbilità e mortalità nei gatti 1,2. Per la diagnosi si utilizzano vari test clinici, tra cui test ematologici (urea, creatinina ed SDMA [dimetilarginina simmetrica]), analisi dell’urina (compreso il rapporto urinario proteina/creatinina [UPC]), ecografia addominale e misurazione della pressione arteriosa (PA) 2,3,4,5. La diagnosi tempestiva della CKD è importante, poiché consente di introdurre il trattamento precocemente nel decorso della malattia, contribuendo a ritardare la progressione della condizione, preservando la funzione renale residua, e promuovendo una buona qualità di vita. In questo modo, il gatto avrà maggiori probabilità di avere una “nefropatia cronica” invece di ricevere una diagnosi nefasta di “insufficienza renale in stadio terminale” 2,4,5. Questo articolo descrive uno studio condotto per valutare la potenziale presenza della CKD nei gatti che non mostrano segni fisici della malattia, con l’obiettivo di determinare se la condizione si manifesti spesso in modo silente.

Materiali e metodi

Animali

Sono stati selezionati trentadue gatti asintomatici di razza mista senza precedente diagnosi di CKD. Tutti i gatti avevano un punteggio delle condizioni fisiche adeguato e uno stato di idratazione normale. Altri candidati potenziali allo studio sono stati esclusi per vari motivi, tra cui gatti con segni clinici suggestivi di CKD (perdita di peso, poliuria, polidipsia, disoressia, vomito, diarrea, indice di massa muscolare ridotto o punteggio delle condizioni fisiche ridotto), e soggetti che stavano ricevendo farmaci capaci di alterare i livelli sierici di urea o creatinina, aumentare la velocità di filtrazione glomerulare, o modificare il peso specifico urinario (USG). È stato inoltre escluso qualsiasi gatto con anomalie dell’esame emocromocitometrico completo o dell’ecografia (pelvi renale dilatata >0,5 cm, suggestiva di idronefrosi).

I 32 gatti avevano un’età di 1-14 anni, con un’età media (± deviazione standard) di 5,91 anni (± 3,79). Per la maggior parte (13/32) sono stati classificati come adulti (3-6 anni), e di questi 8 sono stati considerati junior (1-2 anni), 7 maturi (7-10 anni) e 4 senior (11-14 anni). Non erano presenti gatti “super senior” (cioè, di età superiore ai 14 anni). Per il 53,1% erano maschi e il 46,9% femmine. Il peso medio era di 4,90 (± 1,18) kg e il punteggio delle condizioni fisiche medio era 6,19 (± 1,12) (Tabella 1).

Tabella che mostra l’analisi statistica dei 32 gatti valutati.

Tabella 1. Gatti valutati (C1-C32) e analisi statistica relativa a età, sesso, peso, BCS e valori di urea, creatinina, PA sistolica media, e ipotesi di classificazione dello stadio IRIS basata sul primo risultato dell’analisi della creatinina.

Metodi

I 32 gatti hanno ricevuto le seguenti procedure:

  • Esame emocromocitometrico completo (CBC) più analisi dell’urea e della creatinina sieriche su campioni a digiuno.
  • Analisi dell’urina su campioni ottenuti mediante cistocentesi. Nei casi di isostenuria o proteinuria, si raccomandava di ripetere i test dopo 7 giorni per verificare l’eventuale persistenza e assicurarsi che non fossero presenti condizioni extra-renali.
  • Ecografia addominale, eseguita da un ecografista specializzato (Figura 1).
  • Pressione arteriosa sistolica con metodo indiretto (Doppler). Nei casi di ipertensione arteriosa sistemica (PA >150 mmHg), il test è stato ripetuto per verificare l’eventuale persistenza. Era inoltre necessario garantire che non fossero presenti condizioni diverse dalla CKD, ma tali da influenzare la PA (Figura 2). 

Sono state eseguite le analisi statistiche e creati diagrammi degli estremi e dei quartili. Le statistiche descrittive hanno incluso media, deviazione standard, e i valori minimi e massimi, ed è stata applicata la correlazione di Pearson, dopo l’uso del test di Wilcoxon, considerando come differenza statisticamente significativa un valore p inferiore a 0,05. 

Gatto sdraiato sulla schiena, il veterinario esegue un’ecografia del rene.

Figura 1. L’ecografia del rene felino può rilevare varie alterazioni morfologiche suggestive di CKD, supportando ulteriori indagini della funzione renale, anche se il gatto non mostra segni clinici della condizione.
© Shutterstock

Un medico veterinario misura la pressione arteriosa sistemica di un gatto.

Figura 2. La misurazione della pressione arteriosa sistemica è raccomandata per qualsiasi gatto con sospetto di CKD. Valori >160 mmHg possono essere indicativi di ipertensione, anche se è consigliabile considerare le condizioni diverse dalla CKD che possono anche influenzare la PA.
© Shutterstock

Risultati

Con il valore di riferimento IRIS normale per la creatinina pari a <1,6 mg/dL 6, i gatti con livelli di creatinina pari o superiori a questo valore possono sollevare un sospetto di nefropatia cronica (in linea con le linee guida IRIS, si raccomanda di ripetere l’esame del sangue per valutare qualsiasi livello elevato di creatinina e confermare eventualmente la diagnosi; inoltre, ove disponibile, si può usare la SDMA per supportare la diagnosi di CKD). I valori di creatinina osservati erano di 1,43-6,00 mg/dL, con una media (± DS) di 2,10 mg/dL (± 0,78) (Tabella 1). Utilizzando il sistema di valutazione a punti IRIS (Riquadro 1), solo 2 gatti su 32 non avevano azotemia, e i valori di creatinina sierica erano pari a 1,43 (C25) e 1,50 mg/dL (C29). Tuttavia, entrambi i gatti avevano una morfologia renale anomala all’ecografia, per cui sono stati classificati come in Stadio 1 IRIS. Gli altri 30 gatti avevano valori di creatinina di 1,60-6,00 mg/dL, con una media di 2,20 mg/dL (± 0,79); 28 (87,5%) sono stati considerati in Stadio 2 IRIS, con un gatto (C15: creatinina 2,94 mg/dL) classificato come in Stadio 3 e uno (C24: creatinina 6,00 mg/dL) classificato come in Stadio 4 (Figura 3). 

 

Riquadro 1. Stadiazione IRIS della CKD in base alla concentrazione di creatinina ematica nei gatti.

Creatinina 
µmol/L / mg/dL
Commenti
Stadio 1 
 < 140 / < 1,6
  • Creatinina ematica normale. Presenza di qualche altra anomalia renale (come, ad esempio, capacità di concentrazione urinaria inadeguata senza causa non renale identificabile, riscontri anomali alla palpazione renale o alla diagnostica per immagini renale, proteinuria di origine renale, risultati anomali della biopsia renale, aumento delle concentrazioni della creatinina ematica o della SDMA in campioni prelevati in serie). 
  • La presenza di una concentrazione ematica di SDMA persistentemente elevata (>14 µg/dL) può essere utile per diagnosticare la CKD precoce 
Stadio 2   
140-250 / 1,6-2,8
  • Creatinina normale o leggermente aumentata, azotemia renale lieve (in molti laboratori, il limite inferiore dell’intervallo rientra negli intervalli di riferimento per la creatinina, ma l’insensibilità della concentrazione della creatinina come test di screening significa che i pazienti con valori di creatinina vicini al limite di riferimento superiore hanno spesso un deficit escretorio) 
  • SDMA leggermente aumentata. Segni clinici generalmente lievi o assenti.
Stadio 3  
251-440 / 2,9-5,0
  • Azotemia renale moderata. Possibile presenza di molti segni extrarenali, ma di estensione e gravità variabili. Se i segni sono assenti, il caso potrebbe essere considerato in Stadio 3 iniziale, mentre la presenza di segni sistemici numerosi o marcati potrebbe giustificare la classificazione come Stadio 3 avanzato
Stadio 4   
> 440 / > 5,0
  • Rischio crescente di segni clinici sistemici e crisi uremiche

Grafico che mostra i singoli livelli di creatinina.

Figura 3. Riscontro dei singoli livelli di creatinina (mg/dL); la linea gialla rappresenta un valore della creatinina pari a 1,6 mg/dL (IRIS, 2023)
© Ridisegnata da Sandrine Fontègne

I livelli di urea erano di 45,0-98,0 mg/dL, con una media di 65,40 mg/dL (± 14,27). Nei gatti considerati in Stadio 2 IRIS, sono stati osservati gli stessi valori dell’urea minimi e massimi con una media di 33,4 mg/dL (± 13,70 mg/dL). Per i due gatti in Stadio 1 IRIS, i valori di urea erano pari a 45,0 (C25) e 53,0 (C29) mg/dL; il gatto in Stadio 3 IRIS (C15) aveva un’urea di 54 mg/dL, mentre il gatto considerato in Stadio 4 IRIS (C24), aveva un’urea di 68,0 mg/dL (Figura 4). 

Grafico che mostra i singoli livelli di urea.

Figura 4. Riscontro dei singoli livelli di urea (mg/dL); la linea grigia rappresenta un valore dell’urea pari a 40,0 mg/dL.
© Ridisegnata da Sandrine Fontègne

Non è stata osservata alcuna correlazione (Pearson) tra creatinina sierica e peso corporeo (r=-0,1961; p=0,2906), tra creatinina e BCS (r=-0,2014; p=0,2690), tra urea e creatinina (r=0,1355; p =0,4595), e tra età e creatinina (r=-0,2355; p=0,1945).

Sei gatti avevano espresso aggressività alla misurazione della PA, cosa che può favorire l’ipertensione sistemica situazionale 6,8; essendo mancata la possibilità di rivalutarli dopo 7 giorni, questi dati sono stati ignorati, ma in base ai rispettivi test ematologici, questi gatti sono stati classificati come in Stadio 2 IRIS, e tre di essi (C13, C16 e C25) avevano anche alterazioni ecografiche renali (Tabella 2). Gli altri 26 gatti sono stati considerati come esenti da un aumento sostenuto della PA, con valori di 110-150 mmHg, e una media di 127,90 mmHg (± 14,13) (Tabella 1).

 

Tabella 2. Riscontri ecografici renali.

C1 Contorni irregolari, HCE e ispessimento corticale
C2 HCE
C3 HCE
C4 HCE
C5 Nessuna alterazione
C6 HCE
C7 Nessuna alterazione
C8 Nessuna alterazione
C9 Nessuna alterazione
C10 Reni asimmetrici, HCE e infarto
C11 HCE
C12 HCE
C13 HCE e segnale midollare
C14 HCE alla transizione corticomidollare
C15 Nessuna alterazione
C16 Contorni irregolari, segnale midollare, infarto renale, e perdita parziale della delimitazione corticomidollare
C17 HCE e micronefrolitiasi
C18 Contorno unilateralmente irregolare
C19 Perdita parziale della delimitazione corticomidollare e infarto
C20 Alterazioni morfologiche nelle pareti della pelvi renale
C21 Nefrolitiasi unilaterale
C22 Contorni irregolari e alterazione morfologica delle pareti pelviche
C23 Contorni irregolari, HCE, perdita parziale della definizione corticomidollare, segnale midollare e infarto
C24 HCE, perdita parziale della delimitazione corticomidollare, alterazione morfologica delle pareti della pelvi renale e nefrolitiasi
C25 Contorni irregolari, HCE
C26 Contorni irregolari, HCE, cisti e perdita parziale della delimitazione corticomidollare
C27 Contorni irregolari, HCE e perdita parziale della delimitazione corticomidollare
C28 HCE e perdita parziale della delimitazione corticomidollare
C29 Contorni irregolari, HCE
C30 Nessuna alterazione  
C31 Nessuna alterazione  
C32 Nessuna alterazione  
HCE: ecogenicità corticale elevata

 

Oltre all’azotemia, all’esame ecografico il 75,0% dei gatti (24/32) mostrava una qualche anomalia morfologica coerente con la CKD. Queste anomalie includevano perdita della definizione corticomidollare (15,63%; 5/32); contorni irregolari (28,13%; 9/32); oltre a dimensioni renali ridotte e/o ecogenicità corticale elevata (56,2%; 18/32). 22 gatti con morfologia renale alterata avevano livelli di creatinina superiori a 1,6 mg/dL (68,75%) (Tabelle 1 e 2, Figura 3).

In 19 gatti è stata eseguita la cistocentesi; nei restanti 13 gatti non è stato effettuato il prelievo per mancanza di urina sufficiente e/o perché non sono tornati per un secondo tentativo di eseguire il prelievo. All’analisi dell’urina, tutti i risultati di USG erano superiori a 1,040, mentre in 6 gatti (18,75%) è stata osservata una proteinuria, misurata tramite striscia reattiva (Figura 5), anche se l’esame del sedimento non aveva evidenziato nulla di significativo. Durante lo studio non è stato ripetuto il prelievo di urina, per cui non è stato possibile confermare se la proteinuria fosse persistente.

Striscia reagente utilizzata per misurare la proteinuria.

Figura 5. Valutare la proteinuria utilizzando una striscia reattiva può essere un test preliminare utile per la CKD.
© Shutterstock

Discussione 

Sebbene la CKD sia tradizionalmente descritta come prevalente nei gatti 1,2,3 le osservazioni in questo studio sono state una sorpresa; in effetti, nonostante fossero asintomatici, tutti e 32 i gatti avevano almeno un marcatore suggestivo di una diagnosi di CKD.

L’ecografia addominale è uno strumento importante per identificare la CKD 1,4,9, e sebbene fosse uno studio trasversale, si ritiene che le alterazioni ecografiche identificate fossero permanenti; inoltre, in base a questo unico riscontro, almeno 24/32 gatti (75%) nello studio avrebbero sollevato un sospetto di CKD; di questi, solo due non erano azotemici al momento dell’esame (Tabelle 1 e 2).

Dato che la diagnosi di CKD nei gatti può essere effettuata attraverso l’identificazione dell’azotemia in almeno due occasioni (una volta escluse le altre cause di azotemia) 1,4,9, c’era un forte sospetto che il 93,75% dei gatti in questo studio si trovasse negli Stadi 1 e 2 IRIS, con un gatto in Stadio 3 e uno in Stadio 4 (Tabella 1). Inoltre, il 68,75% dei gatti era azotemico e aveva anche un’alterazione della morfologia renale, il che supporterebbe fortemente una diagnosi di CKD 1,2,4,5. Quindi, anche se non è stato effettuato alcun follow-up per confermare la persistenza dell’azotemia, in questi gatti non è stata identificata alcuna causa pre-renale o post-renale dell’azotemia.

Dei 30 gatti azotemici dello studio, solo otto (25%) non presentavano anomalie ecografiche. Poiché la creatinina è aumentata nei gatti con massa muscolare maggiore, è stato ipotizzato che questo potesse spiegare il riscontro. Un’opzione per verificarlo sarebbe la valutazione della SDMA 3, sebbene questo dosaggio non sia stato eseguito nello studio. Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna correlazione tra creatinina e peso corporeo, o tra creatinina e BCS, per cui è possibile che il numero di gatti valutati possa aver influenzato questo risultato.

È noto che la prevalenza della CKD aumenta con l’età 7,10,11, essendo più frequente nei gatti geriatrici. Tuttavia, nel presente studio, l’età media era di 5,91 anni, e il 53,13% dei gatti (17/32) aveva meno di 5 anni. Inoltre, sono stati selezionati solo gatti di razza mista, mentre gli studi precedenti avevano mostrato una maggiore frequenza della CKD a causa della predisposizione genetica in alcune razze con pedigree (Persiano, Maine Coon, Siamese, Burmese e Abissino). Non è stata dimostrata alcuna predisposizione sessuale, un dato che collima con i riscontri degli studi precedenti 1,2. Sarebbe interessante che fosse condotto uno studio su scala più ampia per contribuire a confermare questi riscontri.

Luciano H. Giovaninni

Le osservazioni di questo studio sono state sorprendenti, poiché tutti e 32 i gatti, nonostante fossero asintomatici, avevano almeno un marcatore tipico della diagnosi di CKD.

Luciano H. Giovaninni

La CKD felina può essere dovuta a cause acquisite, come quelle secondarie a una lesione renale acuta, come pure alla presenza di altre malattie come, ad esempio, l’ipertiroidismo 1,2,12,13. In questo studio non è stato possibile attribuire alcuna eziologia all’azotemia, ma è possibile che la causa fosse l’invecchiamento in 4 gatti; inoltre, dato che 8 gatti erano giovani, sono necessari ulteriori studi sulle possibili eziologie della CKD felina.

L’analisi dell’urina è un passo importante nella diagnosi della CKD, e per lo screening della proteinuria e dell’isostenuria, oltre a essere utile nella diagnosi delle condizioni extrarenali 1,2,4,5,9. Nel presente studio, anche se è stato possibile eseguire l’analisi dell’urina in soli 19 gatti su 32, non sono stati osservati livelli anormali di USG; il dato collima con gli studi precedenti, dimostrando che la perdita della capacità di concentrare l’urina nei gatti avviene più avanti nel corso del processo patologico, rispetto ai cani con CKD 1,4,13.

Nel presente studio non è stata verificata l’eventuale persistenza dell’ipertensione sistemica o della proteinuria; essendo entrambi fattori importanti per la diagnosi di CKD, ciò può essere considerato una limitazione, anche se non sembra aver influenzato i risultati osservati. È importante sottolineare che sarebbe raccomandata la rivalutazione dei gatti per confermare l’eventuale persistenza della proteinuria renale patologica o dell’ipertensione sistemica 6,7,8,14. Dato che l’ipertensione sistemica può danneggiare gli organi bersaglio (cuore, occhi, cervello e reni) e aumentare il rischio di progressione della CKD 6,7,8, si raccomanda di monitorare regolarmente la PA in tutti i gatti con CKD. Molti dei gatti in questo studio erano piuttosto giovani, ma occorre sottolineare che la dimensione del campione era limitata; quindi, in sostanza, non si suggerisce che qualsiasi gatto, anche sotto i 5 anni di età, abbia un qualche grado di nefropatia. Sarebbero dunque utili studi su scala più ampia che coinvolgano test ematologici ripetuti (inclusa la SDMA) per indagare ulteriormente l’incidenza della CKD occulta nella specie felina.

Cinthia Ribas Martorelli

Nel presente studio, non sono stati osservati livelli anormali di USG; il dato collima con gli studi precedenti dimostrando che la perdita della capacità di concentrare l’urina nei gatti avviene più avanti nel corso del processo patologico, rispetto ai cani con CKD.

Cinthia Ribas Martorelli

Conclusione

Le osservazioni qui presentate avvalorano quelle di altri studi che hanno dimostrato come la nefropatia cronica (CKD) nei gatti possa essere silente. Si può quindi concludere che la prevalenza della malattia nei gatti asintomatici potrebbe essere elevata, e che sia raccomandato l’uso routinario dei marcatori della CKD (determinazione dei livelli di creatinina e SDMA, analisi dell’urina, potenzialmente associate alla misurazione della pressione arteriosa e all’ecografia renale), anche nei gatti apparentemente sani, poiché la diagnosi precoce favorisce l’accesso a maggiori opportunità terapeutiche e migliore prognosi.

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Luciano H. Giovaninni

Luciano H. Giovaninni

Il Dr. Giovaninni ha conseguito la laurea in Medicina veterinaria, il Master e il Dottorato in Scienze Scopri di più

Cinthia Ribas Martorelli

Cinthia Ribas Martorelli

La Dr.ssa Martorelli ha conseguito la laurea alla Guarulhos University nel 2005 ed è rimasta nella stessa sede per una residency in Clinica medica dei piccoli animali Scopri di più

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