Guida rapida a... Terapia intensiva dei cuccioli neonati
I cuccioli del cane e del gatto sono meno sviluppati alla nascita rispetto ad altre specie ...
Numero 26.1 altro: scientifici
Pubblicato il 15/03/2021
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L’ingresso di un cucciolo nel nucleo familiare è un momento divertente ed emozionante per i nuovi proprietari di animali da compagnia. Gli animali giovani e giocosi sono portati dal veterinario per le vaccinazioni di routine e la sverminazione.
Sono state esaminate le cartelle cliniche di tutti i cani presentati al Banfield Pet Hospital nel primo e nell’ultimo di un periodo di 5 anni (2010 e 2014) per identificare quelli presentati e registrati come cuccioli affetti da una condizione congenita. I cuccioli venivano definiti come inferiori ai 12 mesi di età alla prima visita in ogni anno; in tal modo, un cane che veniva presentato nel mese di Gennaio 2014 a 8 mesi d’età ma ripresentato a Settembre a 16 mesi di età, veniva conteggiato come cucciolo del 2014. La Tabella 1 illustra i disturbi congeniti diagnosticati nei cuccioli, suddivisi per apparato organico. È stata identificata la prevalenza delle prime 5 diagnosi e di ogni gruppo di apparati organici per l’anno 2014 e fornita per confronto la prevalenza per l’anno 2010 di ogni condizione e gruppo di apparati. L’analisi per valutare le variazioni temporali osservate nella prevalenza della malattia è stata effettuata usando un test z per confrontare le percentuali 1.
Classificazione per apparati organici | Condizioni congenite in questa categoria |
---|---|
Cardiovascolare | Stenosi aortica; difetto del setto atriale; difetti settali cardiaci; carenza del fattore VII; emofilia A, carenza del fattore VIII; emofilia B, carenza del fattore IX; dotto arterioso pervio; stenosi polmonare; tetralogia di Fallot; difetto del setto inter-ventricolare; malattia di von Willebrand |
Endocrino | Nanismo; carenza dell’ormone della crescita |
Gastrointestinale | Palatoschisi; ernia diaframmatica; ernia iatale; megaesofago; megaesofago primario; persistenza di circonvoluzioni dell’arco aortico; arco aortico destro persistente; stenosi pilorica; anomalia dell’anello vascolare |
Neurologico | Ipoplasia cerebellare; sordità congenita; encefalopatia epatica; idrocefalo; nistagmo congenito; shunt portosistemico |
Riproduttivo | Criptorchide (addominale/inguinale/non specificato*), pseudoermafroditismo |
* I casi criptorchidi (non specificati) sono animali risultati criptorchidi ma senza che il criptorchidismo sia stato classificato come addominale o inguinale.
Diagnosi | 2014 N. di casi |
2014 N. di casi
per 10.000
|
2010 N. di casi |
2010 N. di casi
per 10.000
|
Cambiamento nella prevalenza | Valore p |
---|---|---|---|---|---|---|
Criptorchidismo (non
specificato)
|
6,531 | 120.9 | 5,060 | 92.8 | +33.3% | < 0.0001 |
Criptorchidismo inguinale | 2,513 | 46.5 | 2,123 | 38.9 | +19.5% | < 0.0001 |
Criptorchidismo addominale | 2,071 | 38.3 | 1.881 | 34.5 | +11.0% | 0.0009 |
Sordità c ongenita | 447 | 8.3 | 295 | 5.4 | +53.7% | < 0.0001 |
Shunt portosistemico | 126 | 2.3 | 200 | 3.7 | -37.8% | < 0.0001 |
Le condizioni riproduttive sono state diagnosticate più spesso di qualsiasi altro disturbo congenito (Tabella 3). Le condizioni neurologiche seguivano staccate al secondo posto, mentre le condizioni gastrointestinali e cardiovascolari erano ancora più lontane, al terzo e quarto posto. I cambiamenti dal 2010 sono risultati statisticamente significativi per le categorie riproduttiva, gastrointestinale ed endocrina.
Classificazione per apparati organici | 2014 N. di animali da compagnia |
2014 N. di casi per 10.000
|
2010 N. di animali da compagnia |
2010 N. di casi per 10.000
|
% di variazione dal 2010
|
Valore p |
---|---|---|---|---|---|---|
Riproduttivo *
|
10.912 | 202,0 | 8.861 | 162,5 | +24,3% | < 0,0001 |
Nervoso | 719 | 13,3 | 689 | 12,6 | +5,6% | 0,3270 |
Gastrointestinale | 182 | 3,4 | 256 | 4,7 | -27,7% | 0,0006 |
Cardiovascolare | 141 | 2,6 | 150 | 2,8 | -7,1% | 0,6557 |
Endocrino | 16 | 0,3 | 5 | 0,1 | +200,0% | 0,0154 |
* I numeri totali dei casi criptorchidi in Tabella 2 sono leggermente superiori al numero totale di cani con diagnosi di problemi riproduttivi nella Tabella 3; la ragione è che, in alcuni casi, un cucciolo potrebbe aver ricevuto inizialmente una diagnosi di criptorchidismo addominale mentre poi il testicolo è sceso nella regione inguinale non appena il cucciolo è diventato più anziano; oppure, un criptorchidismo non specificato potrebbe essere stato identificato come addominale o inguinale in una visita successiva.
Data la facilità con cui si diagnostica il criptorchidismo, non sorprende che sia stato il primo disturbo identificato. Dato che gli ospedali Banfield sono strutture veterinarie di prima valutazione, è possibile che le altre condizioni elencate nella Tabella 1 siano sotto-diagnosticate o sotto-registrate, poiché molte richiedono il rinvio a uno specialista per ulteriore valutazione diagnostica. Inoltre, la rassegna era limitata dalla lista standardizzata di condizioni disponibili nel sistema di registrazione; quindi, se veniva emessa la diagnosi ma la condizione non era presente nell’elenco (o indicata con un altro nome), poteva capitare che il veterinario non registrasse la diagnosi nel modo appropriato. Dato che questo studio era limitato ai casi in cui il disturbo congenito veniva osservato entro il primo anno di vita, i calcoli potrebbero sottostimare la prevalenza reale di alcuni disturbi; è infatti possibile che questi non fossero identificati o diagnosticati adeguatamente finché l’animale non invecchiava; il limite di età prescelto aveva lo scopo di facilitare l’estrazione dei dati ma anche di garantire che la diagnosi riflettesse con maggiore probabilità un’origine congenita.
Le variazioni nelle stime della prevalenza potrebbero riflettere la registrazione nel sistema Banfield di una data diagnosi con frequenza superiore o inferiore rispetto ai dati reali (anche se non vi sono motivi per ritenere che ciò sia avvenuto); in alternativa, potrebbero essere dovute alle capacità diagnostiche migliorate e/o a cambiamenti nella valutazione della qualità riproduttiva da parte di alcuni allevatori e proprietari di animali da compagnia. Sembrerebbe che le variazioni nella prevalenza riflettano effettivamente una genuina alterazione nella frequenza di queste condizioni nei cani giovani, anche se le ragioni sottostanti non sono evidenti.
Woodward M. Epidemiology: study design and data analysis. 2nd ed. Boca Raton, FL: Chapman and Hall/CRC, 2005.
Emi Kate Saito
La Dott.ssa Saito si è laureata presso la Facoltà di Veterinaria dell’University of Pennsylvania nel 1997. Ha ricevuto un Master in sanità pubblica dalla Emory Scopri di più
Catherine Rhoads
Catherine Rhoads, Banfield Pet Hospital, Portland, Oregon, Stati Uniti Scopri di più
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